Parte da Bayonne, rifugio di ebrei ed esuli, la rivolta dei sindaci contro le mariage. “Preferiamo il patibolo”

Giulio Meotti

Si fanno chiamare “sindaci-refusnik”, usando il termine in voga negli anni Ottanta per descrivere i dissidenti dell’impero sovietico che reclamavano libertà di coscienza. Sono i funzionari pubblici francesi che si rifiutano di celebrare le nozze gay nei loro municipi. Il cuore di questa strana resistenza francese “all’eguaglianza imposta per legge”, come la chiamano i sindaci oppositori, è a Bayonne, città-simbolo di libertà, per i baschi che scappavano dal franchismo e per gli ebrei in fuga dall’Inquisizione (la baionetta l’hanno inventata i fabbri locali).

    Si fanno chiamare “sindaci-refusnik”, usando il termine in voga negli anni Ottanta per descrivere i dissidenti dell’impero sovietico che reclamavano libertà di coscienza. Sono i funzionari pubblici francesi che si rifiutano di celebrare le nozze gay nei loro municipi. Il cuore di questa strana resistenza francese “all’eguaglianza imposta per legge”, come la chiamano i sindaci oppositori, è a Bayonne, città-simbolo di libertà, per i baschi che scappavano dal franchismo e per gli ebrei in fuga dall’Inquisizione (la baionetta l’hanno inventata i fabbri locali). Una coppia gay, che si è vista rifiutare la celebrazione del matrimonio, giovedì ha sporto denuncia contro il leader di questi obiettori, Jean-Michel Colo, primo cittadino di Arcangues del partito Ump, che ha negato le nozze a Jean-Michel Martin e Guy Martineau-Espel.
    Il sindaco rischia quattro anni di carcere e quasi ottantamila euro di multa. Colo dice di “preferire la forca” alla benedizione del matrimonio omosessuale. “Io ho una coscienza e un cuore, non posso sposare due persone omosessuali, la legge Taubira è illegittima, usurpa il termine matrimonio, e io non posso applicarla”, ha detto Colo. Si è unito alla protesta Jean-Yves Clouet, sindaco di Mésanger: “Ho le mie convinzioni e non celebrerò queste nozze”. Contro Colo il ministro degli Interni, Manuel Valls: “Le leggi si applicano per tutti e non è accettabile la più piccola infrazione dell’uguaglianza. Gli eletti che non rispettano le leggi della Repubblica rischiano di andare incontro a sanzioni importanti”.

    Il sindaco di Arcangues si è lamentato del presidente François Hollande, che durante l’incontro con i sindaci, prima dell’approvazione della legge, aveva promesso di rispettare l’obiezione di coscienza: “Hollande è un bugiardo. Nel 2012 si è fatto applaudire da tutti i sindaci, compresi quelli di destra come me, garantendo l’obiezione di coscienza”. “E’ vero, quando celebro le nozze sono il rappresentante dello stato e conosco anche le sanzioni e le sospensioni, ma nulla mi farà cambiare idea”, ha detto il sindaco del comune di Vienne Jacques Remiller. Dello stesso parere il primo cittadino di Béziers, Raymond Couderc, che ha chiesto un adeguamento del diritto, affinché non si violi il principio di libertà di coscienza e religiosa su cui si fonda ogni democrazia: “La mia coscienza mi vieta di fare una cosa simile. Quindi non la farò. Dobbiamo avere il diritto di non compiere atti in totale contraddizione con le nostre convinzioni e regole morali”.
    I numeri dei sindaci-refusnik crescono di giorno in giorno. Ventimila primi cittadini hanno firmato una petizione a favore dell’obiezione di coscienza, come riportato dal Figaro. In Olanda, pioniera nella promulgazione delle nozze gay, si è corsi ai ripari di fronte a simili casi di obiezioni di coscienza. Vietandole. Un sindaco olandese è obbligato per legge a celebrare le unioni omosex.

    Il cardinal Francesco Coccopalmerio, presidente del Pontificio consiglio per i testi legislativi, ad aprile ha dichiarato che l’obiezione di coscienza può essere uno degli strumenti per affermare la voce e i valori dei cristiani contro il matrimonio tra persone dello stesso sesso. “Questo salverebbe l’ordinamento dal ripiegamento sui soli valori della maggioranza”, ha detto Coccopalmerio. “Dipenderà dall’azione dei cristiani e dalla loro capacità di mobilitarsi per dare un valore all’obiezione di coscienza e per evitare una sorta di idolatria alla legge positiva”. Di recente c’è stato il caso di una funzionaria inglese che non presenziava ai matrimoni omosessuali e il cui licenziamento è stato dichiarato “non discriminatorio” dalla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo. Ad agitare ancora di più la situazione nel comune di Arcangues è il fatto che il sindaco Colo abbia paragonato la legge Taubira sulle nozze gay alla legislazione antiebraica degli anni Quaranta. Secondo il sindaco, è lo stesso intollerabile petainismo francese.

    • Giulio Meotti
    • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.