Jihad e topless

Giulio Meotti

Omar Bakri a quattro anni fu scelto tra ventotto fratelli e sorelle per dedicarsi ad Allah e all’ortodossia salafita. Omar era un bambino prodigio di Aleppo, in Siria, che il padre avviò agli studi nella grande moschea-università egiziana di al Azhar, “la radiosa”. Bakri sarebbe diventato “l’imam del Londonistan” e “l’ayatollah di Tottenham”, il più sorvegliato e noto dei fondamentalisti islamici inglesi. Sette anni fa Londra lo espulse in Libano, da dove continua a inneggiare al jihad, al martirio, alla guerra contro gli ebrei e gli “infedeli”. Ieri si è scoperto che Bakri è stato anche il “curatore” della conversione del terrorista di origini nigeriane che ha macellato un soldato nel cuore della capitale britannica.

    Omar Bakri a quattro anni fu scelto tra ventotto fratelli e sorelle per dedicarsi ad Allah e all’ortodossia salafita. Omar era un bambino prodigio di Aleppo, in Siria, che il padre avviò agli studi nella grande moschea-università egiziana di al Azhar, “la radiosa”. Bakri sarebbe diventato “l’imam del Londonistan” e “l’ayatollah di Tottenham”, il più sorvegliato e noto dei fondamentalisti islamici inglesi. Sette anni fa Londra lo espulse in Libano, da dove continua a inneggiare al jihad, al martirio, alla guerra contro gli ebrei e gli “infedeli”. Ieri si è scoperto che Bakri è stato anche il “curatore” della conversione del terrorista di origini nigeriane che ha macellato un soldato nel cuore della capitale britannica. “Ho visto il filmato e posso dire che (Adebolajo) è stato molto coraggioso”, ha detto Bakri da Beirut. “Noi lo consideriamo un eroe per ciò che ha fatto”. Come l’islamista vicino al gruppo di Bakri che il 29 aprile 2003 si fece esplodere in un caffè a Tel Aviv e uccise Yanay Weiss, un amico mio israeliano che quella sera suonava la chitarra. Fu il primo suicide bomber occidentale in Israele.

    Ma il celebre binladenista inglese nasconde un segreto inconfessabile, pegno ed emblema della strage londinese e simbolo eloquente del conflitto fra occidente e islam politico. La figlia di Bakri, Yasmin, dopo aver abbandonato il nome islamico di Youssra, ha fatto la ballerina nei club londinesi, dove si è esibita in conturbanti danze al palo, si dice anche senza veli. Yasmin nella sua adolescenza ha portato il chador ed è fuggita da un matrimonio combinato dal padre con un islamista turco, per andare a vivere con il figlioletto in un appartamento assegnatole dallo stato a Catford. Per lei Bakri aveva preparato un futuro da al Khansa, dal nome di una mitica poetessa del VII secolo nota per le elegie strazianti e appassionate con cui sublima la sofferenza ed esalta il sacrificio dei quattro figli con la sua benedizione per il jihad.

    Nel curriculum di questa figlia “apostata” di Bakri spuntano anche un seno artificiale e una rinoplastica. La ragazza ha tentato anche il suicidio, dopo le ripetute minacce di morte su Internet da parte dei tagliagole amici del padre. Da allora, la polizia inglese l’ha ricollocata in una località segreta per proteggerla. Rischiava di fare la fine di Hina, la ragazza italiana uccisa dal padre perché “indegna” e sepolta con la testa rivolta verso la Mecca. Che nella scandalosa abiura della figlia di Bakri si nasconda il segreto di tanto odio? Yasmin ha compiuto il percorso inverso a quello di tante ragazze nate e cresciute nelle città europee, le figlie dell’assimilazione che riscoprono il velo e il Corano. La figlia di Bakri è come Amina l’adultera nigeriana, è come la somala Ayaan Hirsi Ali apostrofata “puttana, venduta, blasfema”, è come l’afghana Lima Sahar, condannata a morte dagli estremisti per il ruolo di protagonista nella serie tv “Afghan Star”. Il sorriso provocante e solare della figlia dell’imam siriano custodisce forse il segreto dello scontro fatale fra il mondo che copre la donna e quello che la denuda, fra l’infibulazione e la rinoplastica, fra Youssra e Yasmin.

    • Giulio Meotti
    • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.