Confusi in un '48

Redazione

Alfredo Reichlin ama da sempre i paradossi e ne utilizza uno piuttosto ardito affermando, sulla prima pagina dell’Unità di ieri, che “il Pd deve vincere come la Dc nel ’48”. L’argomento su cui costruisce questa asserzione che rilegge la storia al contrario è che anche oggi, come 65 anni fa, si tratta di compiere una scelta di campo, quella che chiama “ridefinizione del ‘rapporto nazionale-internazionale’, ovvero del rapporto Italia-mondo”.

    Alfredo Reichlin ama da sempre i paradossi e ne utilizza uno piuttosto ardito affermando, sulla prima pagina dell’Unità di ieri, che “il Pd deve vincere come la Dc nel ’48”. L’argomento su cui costruisce questa asserzione che rilegge la storia al contrario è che anche oggi, come 65 anni fa, si tratta di compiere una scelta di campo, quella che chiama “ridefinizione del ‘rapporto nazionale-internazionale’, ovvero del rapporto Italia-mondo”.
    La Dc “doveva” vincere per garantire la presenza dell’Italia nello schieramento occidentale e “la pace civile”. Oggi tutto dipende, dice Reichlin, “dal rapporto con la costruzione della Comunità europea”, che rappresenta “la potenza necessaria minima per fronteggiare il potere della finanza mondiale”. Sarebbe fin troppo facile ricordargli per quanti anni il suo partito ed egli stesso hanno sostenuto che la Comunità europea era proprio lo strumento essenziale per il dominio del capitale finanziario sui singoli paesi. Anche passando dai massimi sistemi all’osservazione dei processi economici concreti, si vede come quella che Reichlin stesso chiama “l’egemonia monetaria tedesca” si sia espressa in una prevalenza dei fattori finanziari su quelli produttivi o sociali. Come pensi il Pd di “non subire passivamente” questa egemonia Reichlin non lo spiega, ma è convinto che, se non vince il Pd, l’Italia sarà espulsa dal consesso europeo. Non solo se vince Silvio Berlusconi (che pure ha partecipato per dieci anni ai vertici europei), ma anche se ci sarà un’affermazione di Mario Monti, che non avrebbe capito “che è finita un’epoca”. Per spiegare il senso di questo cambiamento, purtroppo, il Reichlin politico paradossale ritorna il Reichlin teorizzante e scopre che “il mondo è nuovamente a una svolta. E’ saltato il circuito consumo-rendita-debito” e che questo fatto, qualsiasi cosa significhi, rende obbligatoria la vittoria elettorale del Partito democratico. Come volevasi dimostrare.