Baricco voleva essere Kate Moss

Annalena Benini

Finalmente un uomo, non stilista e non fotografo, che parla di Kate Moss con la appassionata serietà che si deve a un colpo di vento. A un colpo di genio. A uno strappo, come lo chiama Alessandro Baricco nella sua teoria dei movimenti umani. Il momento bellissimo in cui l’essere umano si muove in modo brusco, illogico, invece di dondolare elegantemente e lentamente verso il cambiamento (“quand’è che Carducci è diventato orrendo? Ma c’è stato un momento in cui D’Annunzio era bello”). Kate Moss ha cambiato tutto, e non importa se lo sapeva, se l’aveva studiato, o se semplicemente aveva le lentiggini e i denti e la magrezza e le sigarette che il mondo chiedeva in quel momento.

Leggi Camurri vorrebbe essere Baricco di Edoardo Camurri

    Finalmente un uomo, non stilista e non fotografo, che parla di Kate Moss con la appassionata serietà che si deve a un colpo di vento. A un colpo di genio. A uno strappo, come lo chiama Alessandro Baricco nella sua teoria dei movimenti umani. Il momento bellissimo in cui l’essere umano si muove in modo brusco, illogico, invece di dondolare elegantemente e lentamente verso il cambiamento (“quand’è che Carducci è diventato orrendo? Ma c’è stato un momento in cui D’Annunzio era bello”). Kate Moss ha cambiato tutto, e non importa se lo sapeva, se l’aveva studiato, o se semplicemente aveva le lentiggini e i denti e la magrezza e le sigarette che il mondo chiedeva in quel momento: il corpo giusto, l’aria guasta, il sobborgo di Londra che fa diventare Parigi un buco di posto. Succede spesso, non è un miracolo: anche Brigitte Bardot fece invecchiare di colpo tutte le altre, che un mese prima erano bellissime e un mese dopo erano imbalsamate, bambole di cera inadatte a ballare a piedi nudi e a riempire i sogni di uomini e donne, da Saint-Tropez all’ultimo bar del forlivese, come ha detto l’altra sera Baricco parlando dell’effetto Kate. Lei, secondo lui, ha fatto quello che fece Dick Fosbury: primo uomo a fare il salto in alto di schiena, mentre era assodato da sempre, era logico per tutti, era giusto saltare ventrali, guardando negli occhi l’ostacolo per superarlo, infilando prima una gamba e poi l’altra, e pregando il cielo di non toccare l’asta. Fosbury invece, nel 1968, alle Olimpiadi, saltò di schiena, perché gli veniva naturale, come a Kate Moss sedicenne venivano naturali le smorfie alla macchina fotografica invece degli sguardi perfetti e lucidati di Claudia Schiffer (povera Claudia, diventò dinosauro in un’estate, senza mai più poter essere giovane, e con quella prova storica terribile che a Baricco è sfuggita, essendo pur sempre un uomo, anche se con ossessioni: la foto che le ritrae insieme a Cannes, Claudia e Kate, nel 1998. Kate era Kate, una dèa, Claudia una pastorella vestita a festa – di pizzo nero, per di più. Claudia si sforzava di sorridere, con troppi denti e la biancheria color carne che si intravedeva sotto il pizzo, Kate stava lì e si lasciava guardare, senza reggiseno: il dinosauro e la ragazza).

    Lo strappo è il momento in cui si spalanca un mondo nuovo, in cui tutti accorrono, ha spiegato Baricco: il salto dorsale, Kate Moss, Maria Callas che canta “Amami Alfredo, amami quanto io t’amo, addio” ed è meno intonata della Tebaldi, meno elegante ma tridimensionale, vicina, sorpresa dalla scoperta di un si bemolle a cui si aggrappa con tutta la voce. “Lasciate perdere la cultura, non dovete essere troppo intelligenti per sentire lo strappo”: è una delle cose belle che Baricco ha consegnato a chi stava lì ad ascoltare la Callas, a guardare Kate in mutande, a chiedersi se lui, Baricco, avrebbe voluto essere Kate Moss, lo strappo, o si senta più Renata Tebaldi, elegante, divina, che quel si bemolle lo conosceva da tutta una vita. O forse lui è come i lettori giusti di The Face, il giornale cool che per primo, nel 1990, pubblicò le foto di Kate Moss che cambiarono il nostro gusto estetico. O tutte e tre le cose insieme.

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    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.