Amenas, fallisce un blitz delle forze algerine nella base petrolifera

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E’ giunta al secondo giorno l’occupazione dell’impianto petrolifero Bp-Sonatrach di Amenas, in Algeria, da parte di un gruppo filoqaidista guidato da Mokhtar Belmokhtar, già membro di Al Qaida nel Maghreb islamico (qui tutti gli aggiornamenti). Un tentativo di irruzione delle forze di sicurezza algerine sarebbe fallito e l’agenzia Reuters riporta che i miliziani avrebbero a disposizione mortai e missili a terra. Gli ostaggi stranieri nelle mani dei sequestratori sono 41 (sette americani, tredici norvegesi, un giapponese, un irlandese, e altri uomini di nazionalità britannica, malese, francese e filippina), e secondo France24 alcuni sarebbero stati costretti a indossare esplosivi.

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    E’ giunta al secondo giorno l’occupazione dell’impianto petrolifero Bp-Sonatrach di Amenas, in Algeria, da parte di un gruppo filoqaidista guidato da Mokhtar Belmokhtar, già membro di Al Qaida nel Maghreb islamico (qui tutti gli aggiornamenti)  http://www.bbc.co.uk/news/world-africa-21054521 . Un tentativo di irruzione delle forze di sicurezza algerine sarebbe fallito e l’agenzia Reuters riporta che i miliziani avrebbero a disposizione mortai e missili a terra. Gli ostaggi stranieri nelle mani dei sequestratori sono 41 (sette americani, tredici norvegesi, un giapponese, un irlandese, e altri uomini di nazionalità britannica, malese, francese e filippina), e secondo France24 alcuni sarebbero stati costretti a indossare esplosivi.

    La tv satellitare Al Jazeera è riuscita a mettersi in contatto con un britannico, un giapponese e un irlandese che si trovano all’interno del complesso di Amenas. Tutti e tre hanno chiesto – a nome del gruppo di Belmokhtar –che l’esercito algerino si ritiri. E’ questa la condizione per avviare negoziati per la liberazione di ostaggi, ha chiarito uno dei sequestratori intervenuto precedentemente sulla stessa emittente qatariota. Due le vittime accertate: un britannico e un algerino sono rimasti uccisi nell’irruzione dei miliziani nella base petrolifera. Il ministero degli Esteri di Londra, William Hague, ha negato ogni collegamento con la crisi in Mali: “E’ solo una scusa per un assassinio a sangue freddo”.

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