Elezioni 2013, la grande fuga dei cattolici dai valori non negoziabili

Paolo Rodari

Dice Natale Forlani, ex portavoce, che alla fine il raduno di Todi “è servita solo a far candidare qualcuno nella lista Monti, un po’ poco”. Una semi verità perché in realtà, inconsapevolmente, Todi è servita anche ad altro. A far sì che oggi, di fatto, i cattolici siano più dispersi di prima e soprattutto siano senza dimora politica quei “valori non negoziabili” di ratzingeriano imprimatur. Dopo il raffreddamento con la “casa” berlusconiana, i cattolici hanno puntato sul rassemblement nato intorno a Monti, che li definisce valori “importanti”.

    Dice Natale Forlani, ex portavoce, che alla fine il raduno di Todi “è servita solo a far candidare qualcuno nella lista Monti, un po’ poco”. Una semi verità perché in realtà, inconsapevolmente, Todi è servita anche ad altro. A far sì che oggi, di fatto, i cattolici siano più dispersi di prima e soprattutto siano senza dimora politica quei “valori non negoziabili” di ratzingeriano imprimatur. Dopo il raffreddamento con la “casa” berlusconiana, i cattolici hanno puntato sul rassemblement nato intorno a Monti, che li definisce valori “importanti”. Ma Monti ha detto anche che “per costruire una coalizione larga su questi temi a valenza etica, che sono importanti ma fanno meno parte dell’urgenza sulla quale si costituisce la coalizione, vorremmo lasciare più spazio alle coscienze e al Parlamento”. Parole non secondarie in merito alle quali, ricorda Sandro Magister, “come per un blocco inibitorio, visti gli endorsement in bianco tributati a Monti, né dal Vaticano, né dalla Conferenza episcopale italiana, né dal quotidiano Avvenire si sono levate nette e forti espressioni di dissenso”. L’unica reazione,  per quanto mediata da un’occasione culturale, è arrivata ieri sul Corriere della Sera per bocca del cardinale Camillo Ruini in un’intervista a due con il filosofo cattolico Robert Spaemann. Dice Ruini: “Le convinzioni di coscienza non sono solo un fatto individuale ma riguardano il vero e il falso… Sui grandi temi etici e antropologici, allora, è certamente una questione di coscienza, ma non solo. Io ricorrerei piuttosto al concetto di obiezione di coscienza. Una forza politica può dire: se qualcuno non è d’accordo, è concessa l’obiezione di coscienza. Ma non si può ridurre tutto alla coscienza personale dei singoli esponenti, senza che ci sia una presa di posizione e una linea da seguire. Non è adeguato alla rilevanza pratica del problema oggi”. Parole deflagranti nel giorno in cui nella lista Monti spuntano due renziani, entrambi omosessuali, disposti a lottare per il riconoscimento delle unioni civili: l’imprenditore e direttore del sito Gay.it Alessio De Giorgi e il presidente del laboratorio politico di Officine democratiche Giuliano Gasparotti.

    Ieri, presentando a Milano la candidatura di Gabriele Albertini, un cattolico doc come Mario Mauro si è lasciato andare a un giudizio netto: “Sono stufo di questo dibattito su quanto questa agenda o quell’altra si avvicinino o no ai valori dei cattolici”, sottolineando di preferire le scelte pragmatiche che possano aiutare a dare sostanza ai “valori” alle posizioni astratte. Ragionamenti simili fanno da tempo personalità come Emma Fattorini o Edo Patriarca, candidatisi nel Pd. Avverte il senatore ex Pdl Alfredo Mantovano: “La verità è che in tutte le forze politiche questi valori non sono d’importanza primaria”. Mantovano, che ha deciso di non candidarsi con Monti per la possibile alleanza futura col Pd, dice che “sono lontani i tempi in cui la sola proposta del governo Prodi di legalizzare le coppie di fatto provocò in poche ore la decisione di convocare il Family day. Oggi non è più così. Il cardinale Bagnasco al primo raduno di Todi ha insistito molto sui valori, ma poi è stato ascoltato? Ne è dimostrazione il fatto che lo scorso novembre il Parlamento ha approvato l’incesto senza che nessuno di fatto abbia detto nulla”. L’incesto? “E’ stata approvata una legge il cui scopo era riconoscere i diritti di tutti i figli naturali, ma il sapore della norma è più di una legittimazione dei ‘diritti’ degli adulti. E’ solo l’ultimo esempio per dire che un’epoca è finita. E i vari partiti non fanno altro che riflettere uno stato di cose: chi fa attenzione oggi alle parole sui valori pronunciate ad esempio da Scienza e Vita o dal Forum delle famiglie? Qualche anno fa bastava un loro comunicato per bloccare un progetto di legge. Oggi non è più così”.