Cattolici, incerti ma tentati

Paolo Rodari

Sulla carta i cattolici, e in particolare le sette associazioni superstiti del Forum di Todi, sono uniti e lavorano per la creazione di una lista nazionale favorevole a Monti. Rientrato il dissenso della Coldiretti di Sergio Marini, che non ha partecipato lo scorso ottobre a “Todi due”, le sette sorelle – oltre a Coldiretti ci sono Movimento cristiano lavoratori, Cisl, Acli, Compagnia delle Opere, Confcooperative, Confartigianato – dicono di lavorare assieme per la creazione di un “nuovo cantiere di moderati” che ricomponga le macerie del centrodestra. Ma in realtà qualche divisione esiste.

    Roma. Sulla carta i cattolici, e in particolare le sette associazioni superstiti del Forum di Todi, sono uniti e lavorano per la creazione di una lista nazionale favorevole a Monti. Rientrato il dissenso della Coldiretti di Sergio Marini, che non ha partecipato lo scorso ottobre a “Todi due”, le sette sorelle – oltre a Coldiretti ci sono Movimento cristiano lavoratori, Cisl, Acli, Compagnia delle Opere, Confcooperative, Confartigianato – dicono di lavorare assieme per la creazione di un “nuovo cantiere di moderati” che ricomponga le macerie del centrodestra. Ma in realtà qualche divisione esiste. Non a caso sabato, alla convention “Verso la Terza Repubblica” indetta a Roma da ItaliaFutura, fondazione che fa capo a Luca di Montezemolo, saranno presenti fra i cattolici soltanto il segretario della Cisl Raffaele Bonanni, il presidente delle Acli Andrea Olivero, e il ministro per la Cooperazione Andrea Riccardi. Gli altri todini, invece, non parteciperanno e il dissenso è nelle parole di Carlo Costalli, presidente dell’Mcl, che ricorda che il Forum di Todi “rappresenta spezzoni di società civile radicati nel territorio, vuole dialogare con tutti a partire dai princìpi della dottrina sociale della chiesa, e non intende invece fare da stampella a qualcuno senza che vi sia chiarezza e condivisione di un programma”.

    Parole, si dice in ambienti Cei, che nascondono quel sentimento di “critica attesa” del cardinale Angelo Bagnasco verso il manifesto di Montezemolo. Il sogno della Cei, infatti, è di fare un Ppe italiano, non tanto un’aggregazione di centro che strizzi l’occhio alla sinistra. Diversamente, invece, pensa la segreteria di stato vaticana. Qui si fidano di più di Andrea Riccardi il quale, già un anno e mezzo fa nella parrocchia salesiana del Sacro Cuore del Bambino Gesù a Roma, aveva sondato il pubblico per la creazione di un nuovo centro. Allora non vennero convocati quei politici più ostili a un’aggregazione di centrosinistra, la dirigenza dell’Università Cattolica di Milano e la Cdo. In parte lo stesso mondo che non partecipa sabato alla convention di Montezemolo.
    Pochi giorni fa Avvenire, quotidiano della Cei, si è occupato del cantiere aperto dai lavori di Todi.  Avvenire ha fatto delineare a Rocco Buttiglione i margini entro i quali lavorare: “Vita, dignità della persona, famiglia, sussidiarietà, economia sociale di mercato, Europa unita”. Non solo i perni del programma ventennale del Ppe, ma anche  gli stessi princìpi che ieri Bagnasco ha ricordato in Parlamento per il decennale della visita di Giovanni Paolo II. Certo, perché la cosa si realizzi “ci vuole coraggio”, dice Bonanni che sabato è da Montezemolo ma non ha ancora deciso se parlare: “Per troppi anni la politica è stata abituata a ricevere senza sacrifici. Ora è cambiato tutto, ora c’è una società esigente. Che chiede conto delle scelte e pretende coraggio”.

    Bonanni si rivolge in particolare all’Udc: “Si muovano. O saranno chiamati a rendere conto della loro mancanza di generosità. C’è un piccolo tesoro che nessuno può tenere nascosto”. Dicono i todini che quel “piccolo tesoro” significa una piattaforma elettorale che sfiora il trenta per cento – ovviamente sulla carta. “Serve solo generosità”, dice Costalli. E Avvenire: “Ripetono tutti quella parola e inevitabilmente guardano a Monti. E’ lui il terminale del progetto, è l’attuale premier il soggetto che dovrebbe guidare la nuova aggregazione. Almeno nelle intenzioni dei protagonisti. Ma guidarla dopo il voto o candidarsi alla guida dello schieramento?”.