Quante liti e quanti sospetti alle primarie dei cosacchi in Russia

Luigi De Biase

Lev Tolstoj ha raccontato le imprese del giovane Olenin, un ufficiale dell’esercito pronto a perdere lusso e privilegi pur di vivere libero come un cosacco, ed è poco probabile che immaginasse un futuro in politica per i suoi guerrieri a cavallo. Ma questo è quel che succede oggi a Mosca: il Congresso dei cosacchi ha annunciato che si riunirà in assemblea a metà novembre e formerà un partito in vista delle prossime elezioni.

    San Pietroburgo. Lev Tolstoj ha raccontato le imprese del giovane Olenin, un ufficiale dell’esercito pronto a perdere lusso e privilegi pur di vivere libero come un cosacco, ed è poco probabile che immaginasse un futuro in politica per i suoi guerrieri a cavallo. Ma questo è quel che succede oggi a Mosca: il Congresso dei cosacchi ha annunciato che si riunirà in assemblea a metà novembre e formerà un partito in vista delle prossime elezioni. Ancora non si conosce il nome del leader, si sa che verrà scelto “entro il 24 novembre”, ma non è chiaro se ci saranno primarie all’americana, se gli elettori dovranno registrarsi prima di votare o cos’altro. Per i rappresentanti del movimento, il primo obiettivo del partito è difendere Vladimir Putin che, a dire il vero, in questi anni ha mostrato di sapersela cavare bene anche da solo.

    Poi ce n’è un altro meno esplicito, scrive il quotidiano Kommersant: cercare un patto con i partiti che sostengono il presidente russo per conquistare qualche seggio qua e là, fra la Duma e le belle campagne russe. Un rappresentante del governo, Alexandr Beglov, ha detto che non si tratta di un’idea del Cremlino per avere nuovi consensi, che l’idea “è partita dal basso” e che tutti possono essere cosacchi, nel senso della tessera di partito: basta condividere la piattaforma dei loro valori, che comprende “amor di patria, unità del paese e difesa della sua gente”. Per le strade della Russia c’è meno entusiasmo. A Kommersant non si sono accontentati di dare la notizia, hanno sentito qualche persona nota e i commenti raccolti oscillano fra l’ironia e il timore. Aslambek Aslakanov, dirigente di un sindacato, si chiede chi siano davvero questi cosacchi: si mettono i vestiti dei nonni, portano le medaglie dei nonni, ma l’idea del partito discredita tutta l’intera comunità. Per lo scrittore Viktor Erofeev è tutta colpa del nazionalismo: “Molti lo usano per avvicinare i giovani. Non mi meraviglierei se anche i preti decidessero di fondare un partito. A quel punto ci sarebbe una bella concorrenza, preti contro cosacchi”. Sergei Efros, il capo della federazione Sport equestri, dice: “Che cosa può fare per noi un partito cosacco? Combattere contro gli ebrei? Salvare la Russia? Penso che non porteranno niente di buono”.

    I cosacchi attraversano un momento di grande popolarità nelle stanze del governo. La settimana scorsa il ministro della Difesa, Anatoly Serdyukov, ha firmato un decreto che trasforma le loro associazioni in corpi di sicurezza con poteri simili a quelli della polizia: in questo modo possono partecipare alle gare di appalto per la sorveglianza delle strutture pubbliche. Un vicepremier conservatore, Dmitri Rogozin, ha proposto che facciano la guardia agli uffici delle compagnie straniere e che siano pagati per il loro servizio.
    Ma i cosacchi non sono gli unici ad affrontare le primarie di partito in questo periodo. Nel fine settimana si sono svolte quelle dell’opposizione, con duecento candidati in lizza per un posto nel governo ombra. E’ stato il primo voto completamente on line nella storia della Russia. Primo si è classificato Alexei Navalny – il blogger famoso per le denunce contro la corruzione – che ha conquistato 43 mila voti. A seguire, l’ambientalista Evgenya Chirikova, la star della televisione Kseniya Sobchak, il leader del movimento Parnas, Boris Nemtsov, e l’ex campione di scacchi Garry Kasparov. Fra gli eletti c’è anche un ex presidente della Duma, Gennady Gudkov, espulso di recente dal Parlamento vero. L’aria di austerità che soffia sull’Europa è ancora lontana dall’opposizione, che ha nominato un governo ombra parecchio robusto, con 45 elementi. All’incertezza del voto on line, a quanto pare, il governo preferisce le guarnigioni dei cavalieri cosacchi.