Previsione e prevenzione all'Aquila

Redazione

Dopo quattro ore di camera di consiglio, ieri il giudice unico Marco Billi ha condannato a sei anni per omicidio colposo plurimo e lesioni i 7 componenti della commissione Grandi rischi, in carica il 6 aprile 2009, quando un sisma di magnitudo 5,9 della scala Richter fece 309 morti all’Aquila.

    Dopo quattro ore di camera di consiglio, ieri il giudice unico Marco Billi ha condannato a sei anni per omicidio colposo plurimo e lesioni i 7 componenti della commissione Grandi rischi, in carica il 6 aprile 2009, quando un sisma di magnitudo 5,9 della scala Richter fece 309 morti all’Aquila. La commissione era stata riunita dal capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, per valutare la situazione abruzzese dove si susseguivano eventi sismici di lieve entità da circa sei mesi. Ma per il tribunale dell’Aquila Franco Barberi, Enzo Boschi, Mauro Dolce, Bernardo De Bernardinis, Giulio Selvaggi, Claudio Eva e Gianmichele Calvi sono colpevoli perché “rassicurarono la popolazione” e non lanciarono alcun allarme circa un eventuale terremoto più forte che avrebbe potuto colpire l’Abruzzo. E pensare che proprio Boschi nel 1985 fu indagato per procurato allarme dopo aver previsto un sisma nella Garfagnana che non si verificò. Mai è accaduto che qualcuno, invece, fosse colpevole di non aver evacuato un territorio perché a rischio sismico. Dei terremoti non si possono prevedere né il giorno né l’ora. E forse il giudice Billi ha confuso la parola previsione con prevenzione.