Monti si toglie la "cintura di castità" tedesca

Alberto Brambilla

Contro un controllo esterno dei bilanci nazionali, piuttosto una stretta vigilanza sulle riforme. La politica del rigore tedesca sembra passare in secondo piano in questa fase della crisi europea, in cui i piani di austerità sono già stati messi in campo dalla totalità dei paesi Ue. Il presidente del Consiglio italiano, Mario Monti, facendosi portavoce dei colleghi, in conferenza stampa, ha frenato l'idea di un controllo europeo, con diritto di veto, sui bilanci nazionali lanciata dal cancelliere Angela Merkel.

    Contro un controllo esterno dei bilanci nazionali, piuttosto una stretta vigilanza sulle riforme. La politica del rigore tedesca sembra passare in secondo piano in questa fase della crisi europea, in cui i piani di austerità sono già stati messi in campo dalla totalità dei paesi Ue. Il presidente del Consiglio italiano, Mario Monti, facendosi portavoce dei colleghi, in conferenza stampa, ha frenato l'idea di un controllo europeo, con diritto di veto, sui bilanci nazionali lanciata dal cancelliere Angela Merkel. "Non ci sarà un'altra cintura di castità finanziaria sui bilanci" e "anziché sovraccaricare la disciplina di bilancio come se vivessimo in cattiva fede, abbiamo pensato di valorizzare l'incoraggiamento di riforme strutturali", ha detto Monti spiegando la decisione presa a Bruxelles di non procedere su quella strada. Esclusa dunque anche l'istituzione dell'"ennesimo apparato" per controllare i bilanci.

    Secondo Monti la crisi dell'Eurozona è "in via di superamento" grazie anche a strumenti come il fondo permanente (Esm) che consentirà una ricapitalizzazione diretta almeno di "alcune banche" e che arriverà "non appena ci sarà un meccanismo di vigilanza unico" che dovrebbe essere affidato alla Banca centrale europea ed essere attivo dal primo gennaio 2013; un sistema che coinvolgerà circa 6 mila istituti in tutta Europa. Prospettiva sgradita alla Germania che preferirebbe ridurre il numero di banche sotto vigilanza concentrandolo su quelle di maggiori dimensioni. Monti ha ravvisato in Italia, come già fatto in passato, un montante euroscetticismo e "insofferenza" verso l'Unione europea. La risposta, secondo un'idea che Monti ha voluto ribadire oggi, arriverà in primavera quando Roma ospiterà un vertice europeo.

    Riguardo alle questioni interne Monti ha parlato in primis della legge di stabilità, che potrà essere modificata in Parlamento purché i saldi restino invariati. Nella speranza che "la sinergia con i partiti", così com'è stato per "l'esemplare" disegno di legge anti-corruzione, "funzioni anche questa volta", ha detto Monti. Il presidente del Consiglio non arretra, nonostante le pressioni dei partiti politici, su nulla riguardo al contenuto al decreto ora in discussione in Parlamento: lo scambio "Irpef-Iva è la scelta migliore" e sulla politica economica non c'è "nessun pentimento". Monti ha ribadito che "non ci sarà nessuna altra manovra" e che il governo rimane "fiducioso" nella ripresa dell'economia nazionale, tuttora in recessione.

    • Alberto Brambilla
    • Nato a Milano il 27 settembre 1985, ha iniziato a scrivere vent'anni dopo durante gli studi di Scienze politiche. Smettere è impensabile. Una parentesi di libri, arte e politica locale con i primi post online. Poi, la passione per l'economia e gli intrecci - non sempre scontati - con la società, al limite della "freak economy". Prima di diventare praticante al Foglio nell'autunno 2012, dopo una collaborazione durata due anni, ha lavorato con Class Cnbc, Il Riformista, l'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI) e il settimanale d'inchiesta L'Espresso. Ha vinto il premio giornalistico State Street Institutional Press Awards 2013 come giornalista dell'anno nella categoria "giovani talenti" con un'inchiesta sul Monte dei Paschi di Siena.