Bollettino della crisi

Alberto Brambilla

Per Monti l’Italia tornerà a crescere nel 2013, per ora è ultima tra i paesi avanzati. Con una contrazione del pil del 2,6 per cento nel secondo trimestre rispetto allo scorso anno, l’Italia, terza economia della zona euro, si conferma dietro a paesi come Germania (più 0,5), Francia (crescita zero), Spagna (meno 1,3) e Stati Uniti (più 1,5). Il presidente del Consiglio, Mario Monti, intervistato da Class Cnbc, si aspetta però che il paese tornerà a crescere l’anno prossimo: “Sono fiducioso nel ritenere – ha aggiunto – che la parte del programma relativa all’austerità si ridurrà gradualmente.

    Per Monti l’Italia tornerà a crescere nel 2013, per ora è ultima tra i paesi avanzati. Con una contrazione del pil del 2,6 per cento nel secondo trimestre rispetto allo scorso anno, l’Italia, terza economia della zona euro, si conferma dietro a paesi come Germania (più 0,5), Francia (crescita zero), Spagna (meno 1,3) e Stati Uniti (più 1,5). Il presidente del Consiglio, Mario Monti, intervistato da Class Cnbc, si aspetta però che il paese tornerà a crescere l’anno prossimo: “Sono fiducioso nel ritenere – ha aggiunto – che la parte del programma relativa all’austerità si ridurrà gradualmente. Quando l’anno prossimo l’Italia raggiungerà l’obiettivo di un bilancio in equilibrio nei termini di un aggiustamento ciclico, allora bisognerà restare su questa strada, ma non si dovrà più essere sottoposti al trattamento necessario per imboccarla”.

    La recessione morde ma il governo conferma gli obiettivi. Secondo il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, a Parigi per un incontro con l’omologo francese Pierre Moscovici, il peggioramento della congiuntura “non modificherà il raggiungimento degli obiettivi strutturali”. E non serviranno ulteriori aggiustamenti né, “a oggi”, il ricorso allo scudo anti spread preparato dalla Banca centrale europea.

    Alcoa è uno dei casi “più difficili” al dicastero dello Sviluppo economico ma “non impossibile” per il ministro Corrado Passera. Ieri dopo l’incontro tra governo, enti locali e sindacati, non si è arrivati a una soluzione della vicenda dell’impianto siderurgico sardo a rischio chiusura dal gennaio scorso. Unica trattativa possibile sarebbe quella con la società svizzera Klesch che ha formalizzato l’interesse per l’impianto di Portovesme che conta circa 500 dipendenti diretti. Ieri a Roma giornata di scontri e tafferugli tra gli operai in corteo e le forze dell’ordine: 15 feriti fra manifestanti e agenti, aggredito il responsabile Economia del Pd, Stefano Fassina.

    Mercati appesi alla Corte costituzionale tedesca. Questa mattina i giudici di Karlsruhe potrebbero esprimersi su un ricorso presentato la settimana scorsa da un deputato euroscettico della Csu, Peter Gauweiler, per via dell’introduzione dello scudo anti spread della Bce. Se respinto, come prevedibile, domani la Corte emanerà il verdetto sulla costituzionalità del Fondo salva stati (Esm). Il governo, ha affermato il portavoce della cancelliera Angela Merkel, è ottimista sull’esito. Un parere del servizio studi del Bundestag sostiene però che l’Esm potrebbe violare il diritto del Parlamento a decidere sul bilancio. L’incertezza ha contagiato le Borse europee rimaste piatte ieri, dopo i consistenti rialzi della settimana scorsa sulla scorta dell’annuncio di Mario Draghi. Milano ha chiuso a meno 0,11 per cento, lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi a 363 punti.

    Smartphone e autarchia in Cina. Appena i cinesi avranno i brevetti non ci sarà più spazio per le multinazionali occidentali? Forse. Mentre Apple ha fatto condannare Samsung per violazione del copyright negli Stati Uniti, in Asia la principale piattaforma cinese di commercio su Internet, Alibaba, ha deciso di lanciare in partnership con Alyun un nuovo sistema di cloud simile ad Android-Google, per sviluppare un software tutto made in China da lanciare sul mercato nazionale, quello a più alto potenziale di crescita a livello globale. “Vogliamo essere forti come Android in Cina”, ha detto il capo delle strategie operative di Alibaba, Zeng Ming, al Wall Street Journal.

    • Alberto Brambilla
    • Nato a Milano il 27 settembre 1985, ha iniziato a scrivere vent'anni dopo durante gli studi di Scienze politiche. Smettere è impensabile. Una parentesi di libri, arte e politica locale con i primi post online. Poi, la passione per l'economia e gli intrecci - non sempre scontati - con la società, al limite della "freak economy". Prima di diventare praticante al Foglio nell'autunno 2012, dopo una collaborazione durata due anni, ha lavorato con Class Cnbc, Il Riformista, l'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI) e il settimanale d'inchiesta L'Espresso. Ha vinto il premio giornalistico State Street Institutional Press Awards 2013 come giornalista dell'anno nella categoria "giovani talenti" con un'inchiesta sul Monte dei Paschi di Siena.