Monti, e B & B

Giuliano Ferrara

Non so che cosa pensino Monti, Berlusconi e Bersani dello spread a quasi cinquecento punti, un anno dopo e con nove mesi di governo tecnico, ma so che cosa dovrebbero pensare. Monti: “Non posso sfasciare tutto e prescindere totalmente dai partiti, come alcuni estremisti accademici mi chiedono, eppoi, a parte che un governo tecnico-istituzionale non ha la vocazione di una giunta militare, in quale direzione dovrei agire? La Spagna non ha debito pubblico comparabile al nostro, e il suo spread è peggiore. La patrimoniale d’agosto è una chimera. Questo è il punto che mi preoccupa

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    Non so che cosa pensino Monti, Berlusconi e Bersani dello spread a quasi cinquecento punti, un anno dopo e con nove mesi di governo tecnico, ma so che cosa dovrebbero pensare.

     

    Monti: “Non posso sfasciare tutto e prescindere totalmente dai partiti, come alcuni estremisti accademici mi chiedono, eppoi, a parte che un governo tecnico-istituzionale non ha la vocazione di una giunta militare, in quale direzione dovrei agire? La Spagna non ha debito pubblico comparabile al nostro, e il suo spread è peggiore. La patrimoniale d’agosto è una chimera. Questo è il punto che mi preoccupa. Alla Farnesina ho lodato oggi la Merkel, il suo egemonismo è naturale ma temperato, non è incompatibile con la partnership europea, ma lo spread è una brutta bestia, non se ne conosce neanche il sesso (noi del Foglio lo conosciamo, lo chiamiamo Lady Spread, ndd). Io non posso che avere fiducia in un percorso comunitario, negoziato, in cui la modifica della struttura originaria dell’euro proceda per passi graduali, sempre che i tempi e le circostanze non mettano di mezzo un catastrofico assalto anche speculativo dei mercati mondiali sulle spoglie dell’Europa più esposta, con i fondamentali a posto ma anche con un’implicazione patologicamente subalterna nel circuito di una moneta priva di una banca centrale che la difenda. Che la difenda con l’inflazione se necessario, con misure totali e responsabilizzanti che non prevedano una soglia come lo scudo anti spread di Bruxelles, peraltro ancora sub iudice, una banca prestatrice di ultima istanza, come sono quelle di Stati Uniti, Inghilterra e Giappone. La linea italiana per adesso non può essere che questa, e bisogna rafforzare il consenso intorno ad essa. Il rigore non è incompatibile con l’incremento delle esportazioni e interventi seri pro crescita”.

    Berlusconi: “Sono impegolato in questioni minori, ma non ho alternative. Devo competere in una democrazia ipotecata dai mercati. Tutte le democrazie lo sono. Il mio compito è naturalmente quello di spingere per un misto di liberismo e keynesismo illuminato dal senso della realtà e dello stato, il mio ritorno si giustifica solo alla luce delle mie dimissioni e dell’operazione Monti alla quale sono intrinsecamente legato. Ma devo spingere perché il percorso graduale sia compiuto con maggiore forza, sicurezza di sé, orgoglio nazionale in un’Europa troppo burocratica, devo parlare il linguaggio di un uomo consapevole, un imprenditore prestato da una vita alla politica popolare, che non vuole e non può tradire né le ragioni originarie della sua discesa in campo né il quadro effettivo che ha davanti e che impone discorsi responsabili e atti responsabili, ma non fiacchezza. Devo fare, come la Merkel ha promesso di fare in Germania, una campagna sull’Europa, che è diventato il vero tema-mondo di cui gli italiani alla fine si appassionano. Con il mio stile, ma anche oltre il mio stile”.

    Bersani: “Mi trovo impegolato in piccole questioni, ma lo spread a cinquecento riguarda anche me. Non vincerò mai con una specie di populismo neolaburista, con alleanze improbabili, con la zavorra del dipietrismo e del grillismo che incalza. Il progetto di governo puro e duro non esiste. Una leadership seria può nascere solo nell’accordo per la legge elettorale, in un cambiamento di sistema, in un compromesso attivo nel segno di Monti”.

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    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.