Il Berlusconi di Repubblica

Giuliano Ferrara

Siamo autoironici abbastanza per concedere a Ezio Mauro la patente di realista, quando nella riunione di redazione di ieri dice che il Cav. da noi prospettato, uno che non scherza con la mobilia nazionale, uno che fa tesoro della sua stessa scelta di varare la soluzione Monti in fase di emergenza, semplicemente non esiste. Il Berlusconi di ritorno dovrà essere come lo vuole Repubblica, avventurista e populista, estremista e tribunizio, nemico dell’Europa e delle tasse, dispensatore di sogni a occhi chiusi.

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    Siamo autoironici abbastanza per concedere a Ezio Mauro la patente di realista, quando nella riunione di redazione di ieri dice che il Cav. da noi prospettato, uno che non scherza con la mobilia nazionale, uno che fa tesoro della sua stessa scelta di varare la soluzione Monti in fase di emergenza, semplicemente non esiste. Il Berlusconi di ritorno dovrà essere come lo vuole Repubblica, avventurista e populista, estremista e tribunizio, nemico dell’Europa e delle tasse, dispensatore di sogni a occhi chiusi. Ma il fatto che Repubblica lo desideri così, e così lo proietti sulla sua scena ideale senza l’ombra del dubbio, ritenendolo prigioniero del recente passato di contrapposizione furente e indemoniata, un passato di cui la campagna diffamatoria di Repubblica è parte integrante, dovrebbe far riflettere il pupone pieno di energia che riprende le redini di un cavallo da cui si è autodissellato con il doppio salto mortale del novembre scorso. Tenere da conto Monti non vuol dire precludersi la via di una campagna fatta anche di inventiva, radicalità, fantasia politica, attacchi e contrattacchi, ci mancherebbe. Un Berlusconi non polemico, non argomentatamente aggressivo, non polarizzante, sia pure con una legge elettorale riproporzionalizzata, non lo si può nemmeno prevedere, perché quel Berlusconi lì, grande uomo di campagna, effettivamente non c’è. Ma è la nota, la dominante, che ha fatto per secoli la musica e il suo tono.

    Si può essere anticomunisti senza retoriche straccione e fuori tempo, indicando nel classismo concertativo ibrido della Cgil e nella subalternità d’apparato del Partito democratico a un lavorismo obsoleto, che non crea lavoro e distrugge ricchezza, il vero problema. E qui qualche argomento lo offrono i casi Fornero e Marchionne. Si può essere consapevoli della gravità della crisi finanziaria e recessiva dell’economia internazionale e italiana, e alla luce di un’analisi non primitiva, con un fondo di ottimismo della volontà che non sconfini nella demagogia a piene mani, è possibile far rilevare a un popolo in fondo sottile come quello italiano che sulle responsabilità dirette di Berlusconi e dei suoi governi in tema di spread sono state dette solenni coglionate. Lo si può dire, questo, proprio perché si tiene da conto lo stile Monti, il senso di continuità istituzionale che il governo tecnocratico dei terzisti, il quale non ha appaltato le sue fortune ai circoli di Libertà & giustizia e ad altri club dei miliardari, ha sempre mostrato, frustrando il revanscismo moralistico e banale degli arcinemici del Cav. Insomma, tante cose si possono dire e fare, e lo stile di un nuovo Berlusconi sarebbe decisivo: contraddittorio aperto, sorriso, cattiveria in bella e buona logica, riscatto di quanto andò storto, di quello che went wrong, con una modestia che può fare male agli avversari più, molto più, di una nuova impennata di egotismo propagandistico. La sorpresa sarebbe quella, sennò è una vecchia storia a cui non crede più nessuno. Il nemico teme questa sorpresa, è chiarissimo, non il ritorno in campo in sé e per sé.

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    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.