Facebook è un gioco per ex brufolosi alla “Sparisci, sgorbio”

Annalena Benini

In fondo Mark Zuckerberg si è inventato Facebook per vendicarsi di una ragazza che lo aveva lasciato dicendogli: sei uno stronzo (è bello pensare che sia andata così, come in “The Social Network”), e allora perché mai la società creata da un ragazzo sociopatico e con complessi da nerd non invitato alle feste avrebbe dovuto diventare il luogo dove si celebra il genio femminile e la parità uomo-donna?

    In fondo Mark Zuckerberg si è inventato Facebook per vendicarsi di una ragazza che lo aveva lasciato dicendogli: sei uno stronzo (è bello pensare che sia andata così, come in “The Social Network”), e allora perché mai la società creata da un ragazzo sociopatico e con complessi da nerd non invitato alle feste avrebbe dovuto diventare il luogo dove si celebra il genio femminile e la parità uomo-donna? A Palo Alto, fino all’arrivo di Sheryl Sandberg, l’attuale direttore operativo di Facebook, donna, si lavorava avvolti dentro una specie di area ricreativa per camionisti e sulle pareti, al posto dei calendari porno (visto che si era comunque in California a occuparsi del social network più famoso del mondo, e non nel parcheggio di un autogrill), facevano compagnia ai dipendenti, quasi tutti uomini tranne due ragazze, graffiti di ragazze da videogioco, con capelli verdi, magliette corte e vita sottile, tante belle Lara Croft dall’aria stupita. “The Boy Kings: A Journey Into the Heart of the Social Network”, è il libro-denuncia su quella “confraternita” di maschi, scritto da una ex dipendente, Katherine Losse (ha lavorato lì dal 2005 al 2010), a cui è stato chiesto di indossare magliette con la faccia di Mark Zuckerberg (mentre gli uomini potevano limitarsi alle ciabatte Adidas) e di non fare troppo la femminista. Più che di scandalo maschilista e di culto della personalità, anche se Zuckerberg terminava i meeting gridando “domination” o “revolution”, e tutti dovevano ridere estasiati, sembra la vendetta di quelli con una giovinezza piena di umiliazioni sentimentali. “I’m the CEO, bitch”, stampato sui biglietti da visita, è il sogno di tutti i ragazzini brufolosi, quelli a cui, come in “Provaci ancora Sam”, una ragazza sicura ha ripetuto spesso: “Sparisci, sgorbio”.

    “Sembrava di stare in ‘Mad Men’, solo che era tutto vero, sembrava il ripudio di cinquant’anni di progresso sociale”, scrive Katherine Losse. Colleghi che dicevano: voglio prendere a morsi il tuo sedere, superiori che proponevano ménage à trois, tizi che troncavano ogni discussione usando la parola “femminista” come un insulto, e una sola password da imparare a memoria, utilizzando la quale si potevano leggere i messaggi di tutti, in tutto il mondo. Soprattutto una gita aziendale in cui tutti si ubriacarono, compresa l’autrice del libro: lei si mise addosso, per scherzare, una pelle d’orso trovata da qualche parte. Zuckerberg, da perfetto post adolescente, volle farsi fotografare nella posizione vittoriosa di uno che ha appena ammazzato l’orso. Tutto molto infantile e divertente, grandi risate con l’amministratore delegato, ma il lunedì successivo la foto venne postata su Facebook e Katherine Losse si sentì umiliata (essendo perfino una dipendente di Facebook, però, doveva conoscere la regola numero uno: mai farsi fotografare in situazioni imbarazzanti, perché dopo un minuto la foto sarà ovunque, come dimostrano i due folli e ubriachi amanti di Firenze, ripresi e twittati nel parcheggio dei motorini dietro la statua di Dante). Facebook, nonostante le ciabatte, non è uno scandalo misogino, ma  soltanto la stanza dei giochi dei maschi, in cui infatti la moglie di Zuckerberg si è sempre rifiutata di entrare.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.