Le bizzarrie della gioiosa concorrenza sui prezzi della benzina

Michele Arnese

Benvenuti nel meraviglioso mondo della competizione sui prezzi. Si prenda il caso dei carburanti. Lo scorso fine settimana è partita una promozione dell’Eni con prezzi scontati e subito si sono prodotti effetti sorprendenti o bizzarri. Le associazioni dei consumatori, da sempre critiche con i colossi del settore, hanno elogiato la mossa del gruppo capeggiato dall’ad, Paolo Scaroni.

    Benvenuti nel meraviglioso mondo della competizione sui prezzi. Si prenda il caso dei carburanti. Lo scorso fine settimana è partita una promozione dell’Eni con prezzi scontati e subito si sono prodotti effetti sorprendenti o bizzarri.
    Le associazioni dei consumatori, da sempre critiche con i colossi del settore, hanno elogiato la mossa del gruppo capeggiato dall’ad, Paolo Scaroni. Sobrie agenzie di stampa domenica scorsa titolavano: “Successo ‘Riparti con Eni’, file ai distributori”. Alcuni concorrenti del Cane a sei zampe hanno sì limato i prezzi come l’Eni ma stanno meditando di denunciare l’operazione del gruppo partecipato dal Tesoro addirittura all’Antitrust. E gli esperti del settore notano: trattasi di vendita sottocosto.
    A quale scopo? L’ha spiegato lo stesso Scaroni venerdì scorso al quotidiano la Repubblica: “L’idea ci è venuta ricalcando un’iniziativa simile che nel 1960 fece Enrico Mattei”. Solo filantropia a favore degli italiani? Non proprio: “Con le liberalizzazioni – ha aggiunto il capo azienda dell’Eni – ora abbiamo la possibilità di rendere le stazioni di servizio più simili agli altri paesi europei: con orari di apertura più lunghi, con più servizi e dove si possono comprare tanti prodotti e non solo fare rifornimento”. Dunque “la promozione ci darà la possibilità di far conoscere agli automobilisti le nostre Eni Station”. E magari incassare dai servizi collaterali extra carburanti.

    Fino al 2 settembre, nel fine settimana, in tremila stazioni Eni e Agip automatizzate (ovvero il 65 per cento del totale), lo sconto è di venti centesimi al litro per benzina e diesel. Domenica mattina, secondo l’agenzia di stampa Agi, 131 punti vendita in promozione avevano esaurito il carburante. Ieri fonti dell’Eni sottolineavano il successo: abbiamo avuto oltre 3 milioni di clienti, triplicando il traffico rifornimenti, e abbiamo venduto oltre 70 milioni di litri di carburante, circa tre volte il dato normale. Il sito specializzato Quotidiano Energia ha scritto: “All’annuncio di giovedì scorso da parte di Eni, finora hanno risposto solo Q8 (con uno sconto persino superiore per entità e durata) ed Esso (almeno meno 21 centesimi rispetto al prezzo provinciale consigliato)”. “Ovviamente è solo l’inizio – ha concluso Quotidiano Energia – la prossima settimana anche gli altri saranno costretti a promuovere iniziative a difesa delle rispettive quote di mercato”.
    Ma gli esperti del settore non asserivano fino a pochi giorni fa che i margini di guadagno delle stazioni di servizio erano risicati e i prezzi non potevano essere abbassati? Eppure ora c’è una rincorsa a ridurli: “Sì, ma è l’effetto di una concorrenza spietata. Con questi prezzi si vende sottocosto e solo le grandi possono reggere”, dice al Foglio l’economista Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia. E c’è chi, come la compagnia Q8, pensa di chiedere all’Antitrust di valutare la legittimità dell’iniziativa dell’Eni: “Questa iniziativa determinerà un ulteriore aggravamento della situazione”, secondo il presidente e ad di Q8 Italia, Alessandro Gilotti. Aggiunge Tabarelli: “Credo che sia possibile fare vendite sotto costo per promozione per periodi brevi e poi l’Eni è integrata. Una lettura della sua decisione potrebbe essere che sta trasferendo un po’ di guadagni dagli enormi profitti a monte nella produzione a valle, nella distribuzione, dove i margini sono bassi”.

    Per l’economista non ci sono dubbi: trattansi di vendite sotto costo: “I costi di distribuzione sono normalmente di 15 centesimi nell’interno. I prezzi di ieri di Eni e di Esso comportavano una copertura di questi costi solo per 4 centesimi”, secondo il presidente di Nomisma Energia. Insomma “è una tipica promozione, anche di immagine, a favore del Cane a sei zampe. Comunque tutti stanno spingendo per gli iperself, per i distributori completamente automatizzati”. Infatti per Pasquale De Vita, presidente dell’Unione petrolifera, “una rete adeguata per il nostro paese potrebbe essere di 15 mila-18 mila impianti”, rispetto ai 23 mila attuali, la rete più numerosa in Europa.