Il caso Fornero

Chiunque prenda una decisione in Italia è il nemico pubblico n.1

Giuliano Ferrara

Poi dice che uno si butta con la Merkel o con Schäuble. Poi dice che uno si augura lo spread a settecento, il break-up dell’euro, una bella cura di miseria e nobiltà. Ma quanto siamo intrinsecamente cinici e straccioni? In Italia se prendi una decisione perché hai la facoltà, il potere e il dovere di farlo, e se la decisione è formulata nell’interesse comune, ti impiccano in effigie, contestano il tuo diritto di parola, vogliono le tue immediate dimissioni, ti sbertucciano, sei consegnato alla gogna mediatica in attesa di interpellazioni giudiziarie.

    Poi dice che uno si butta con la Merkel o con Schäuble. Poi dice che uno si augura lo spread a settecento, il break-up dell’euro, una bella cura di miseria e nobiltà. Ma quanto siamo intrinsecamente cinici e straccioni? In Italia se prendi una decisione perché hai la facoltà, il potere e il dovere di farlo, e se la decisione è formulata nell’interesse comune, ti impiccano in effigie, contestano il tuo diritto di parola, vogliono le tue immediate dimissioni, ti sbertucciano, sei consegnato alla gogna mediatica in attesa di interpellazioni giudiziarie, alla prima occasione ti tirano le monetine, ma all’occorrenza anche le pietre, le bombe carta, le bottiglie Molotov, insomma parte una campagna in cui intellettuali blasé ostentano scetticismo, indifferenza, e sindacalisti incazzati, imprenditori associati ignavi, cobas, centri sociali, tutti si precipitano a menare di brutto perché la decisione politica è incomoda, anche quella aziendale, scolastica, sociale, e in genere un esercizio onesto, positivo del potere è un affronto insopportabile alla pigrizia violenta del ceto medio intollerante e dei suoi funzionari lassisti e piagnoni travestiti da classisti.

    E’ il caso di Elsa Fornero, una borghese di sinistra, e la puoi anche trovare antipatica, che c’entra?, che ha studiato la riforma delle pensioni per decenni, sa di che cosa parla, è stata chiamata al governo sapendo leggere e scrivere, far di conto e rendere conto delle sue azioni, poi agisce, riforma le pensioni e salva il bilancio pubblico, mostra una inquietante insicurezza piangendo, però supera il mugugno morale, stringe i denti, raddoppia gli sforzi, cerca una soluzione seria per un problema serio e antico, ché sopra i 15 dipendenti è meglio che gli imprenditori siano liberi di rinnovare il personale e congedare per ragioni economiche persone che la sua legge per la prima volta tutela universalisticamente, e accompagna la misura con norme perché i giovani vengano assunti, trovino un lavoro meno precario di quello attuale, insomma ci prova, sbaglia, si imbroglia nei conti dell’Inps, che non sono proprio il massimo della trasparenza, per causa di forza maggiore magari, alla fine si ritrova con un problema, quello degli esodati, che può benissimo risolvere, che promette di risolvere, la legge dice che tutti sono “salvaguardati”, dico salvaguardati, e lo saranno, magari com’è giusto non a spese della fiscalità generale ma con un minimo aumento delle aliquote contributive per sanare prepensionamenti spesso facili, ed ecco che la Fornero diventa l’uomo nero, la sua fronte intelligente e splendidamente rugosa diventa il praticello in cui abita una tartaruga, le sue foto e il suo diritto all’immagine cedono terreno alla mostrificazione, e i più spaventosi mascalzoni e demagoghi su piazza si accaniscono su di lei. Perché ha preso una decisione di rilevanza pubblica. Come Marchionne, che ha deciso di fare industria in modo responsabile con nuovi metodi sindacali sottoposti a referendum, anche lui un uomo nero, che perfino il giornale di famiglia ha paura di spiegare e difendere, ma lui è un maschio e si fa difendere dagli Stati Uniti d’America. Forza Elsa, siamo con  te, fino alla fine, fino alle monetine.

    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.