Opa contro Opa: il Fatto si scinde e Rep. gli fa la controfesta in ritardo

Diana Zuncheddu

In tempo di opa e contro opa il Fatto quotidiano subisce opa da se stesso. Luca Telese (firma politica del Fatto e volto di La7 con Nicola Porro, suo ex collega al Giornale) a settembre sarà il direttore di un nuovo quotidiano, Pubblico (opa da titolazione su Servizio Pubblico di Santoro?). Telese avrà una quota da centomila euro, dividerà la proprietà con altri sei soci e si porterà via (forse) sei giornalisti (ecco i dettagli sul Corriere di oggi).

    In tempo di opa e contro opa il Fatto quotidiano subisce opa da se stesso. Luca Telese (firma politica del Fatto e volto di La7 con Nicola Porro, suo ex collega al Giornale) a settembre sarà il direttore di un nuovo quotidiano, Pubblico (opa da titolazione su Servizio Pubblico di Santoro?). Telese avrà una quota da centomila euro, dividerà la proprietà con altri sei soci e si porterà via (forse) sei giornalisti (ecco i dettagli sul Corriere di oggi). Che al Fatto potessero subire una scissione à la Manifesto è cosa che nessuno escludeva, da quando un anno fa il Misfatto domenicale (inserto satirico diretto da Telese) gli fu sfilato dal vicedirettore Marco Travaglio per finire nelle mani di Stefano Disegni. L’appoggio al grillismo deve poi essere stato troppo, per un giornalista di solida formazione comunista che forse non accettava di abdicare in favore di populismi, per quanto sinistri. In redazione raccontano che l’asse del direttore Padellaro avrebbe perso contro l’asse del vice Travaglio, che anche il nuovo amministratore delegato (Cinzia Monteverdi) sia creatura sua, oltre che di Santoro (è azionista anche di Servizio Pubblico).

    E così qualcuno teme che mentre Travaglio gira l’Italia per i suoi spettacoli e sputa un editoriale al giorno aiutato dagli amici magistrati, Peter Gomez (che sta a Milano a dirigere il sito) potrebbe addirittura aspirare a lanciare un’opa sulla direzione. Pettegolezzi, ma in tempo di opa tutto diventa possibile.
    In questa gioiosa primavera di opa (plurale alla latina) incrociate, Telese sarebbe il secondo pezzo importante che il Fatto perde dopo il suo amministratore delegato, Giorgio Poidomani, un cognome magnifico, che il suo domani lo vedeva appunto altrove, pare di nuovo accanto a Telese e al suo nuovo progetto editoriale (Poidomani ha raccontato al giornale online Lettera43 di aver lasciato dopo che i soci hanno deciso di prendersi lauti dividendi in un annus horribilis come il 2012). E per tornare all’opa delle opa, quella di Rep. sul Pd, è finalmente giunta la sfida a duello di Matteo Orfini (Pd), che in un’intervista rilasciata ieri a Telese sul Fatto, vedi il caso, ha detto che se il Pd è scalabile allora lo è anche la direzione di Repubblica.

    In tutta risposta Ezio Mauro, nella triste messa giornaliera della riunione di redazione video, in mezzo ai suoi fedeli (giornalisti) contriti, ha dettato anche oggi le regole al Pd: “Il Pd accetta la logica della lottizzazione! Bisognava dire: io non partecipo a questa logica spartitoria!”, e i suoi fulmini erano tutti sulle nomine alle autorità indipendenti (non si rida per l’aggettivo). Così, mentre Bersani aspetta i vari Renzi alla prova dei voti (primarie), domani comincia il festone del Fatto a Taneto di Gattatico (Reggio Emilia), che sarà seguito (opa?) dal controfestone identitario di Rep. a Bologna (dal 14 giugno). Per domenica il Fatto ha organizzato un concerto impegnato e “anti” (raccolta fondi per i terremotati). Quindi ormai è ufficiale: opa pure sul concertone del primo maggio.