Come la crisi sta cambiando i connotati ad Atene

Simona Verrazzo

La Banca di Grecia prevede che l’economia del paese si contrarrà quest’anno del cinque per cento a causa delle misure di austerità e del calo degli investimenti. Ad annunciarlo è stato il presidente dell’istituto, Giorgos Provopoulos, che ha abbassato le stime già negative che volevano un calo del Pil del 4,5 per cento.

    La Banca di Grecia prevede che l’economia del paese si contrarrà quest’anno del cinque per cento a causa delle misure di austerità e del calo degli investimenti. Ad annunciarlo è stato il presidente dell’istituto, Giorgos Provopoulos, che ha abbassato le stime già negative che volevano un calo del Pil del 4,5 per cento.

    La notizia arriva a poco più di una settimana dalle legislative del 6 maggio, quelle che sono state definite le elezioni “più cruciali dalla caduta del regime dei colonnelli a oggi”. Un voto che segue l’approvazione, a febbraio, delle nuove misure di austerity del governo di Lucas Papademos, passo fondamentale per avere accesso agli aiuti stanziati dalla Troika (Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale). Gli elettori che andranno alle urne sanno di avere davanti una strada fatta di sacrifici e di promesse da mantenere davanti a quasi un intero continente.

    Ma che cosa è oggi la Grecia? Che cosa succede a un paese “che sta fallendo”, secondo la definizione che agenzie di rating, istituzioni finanziare internazionali e diversi partner europei danno del paese? Che cosa accade alle casse dello stato, e soprattutto alle persone che costituiscono la società? Sono le domande che si è posto Patrizio Nissirio, responsabile del servizio AnsaMed, agenzia multilingue per il Mediterraneo, nel suo libro "Ouzo amaro" (ebook Fazi editore, disponibile su tutti i rivenditori di libri online). Il titolo prende il nome dal tipico liquore all’anice greco.

    Nissirio, ex corrispondente da Atene, si trovava nella capitale greca a febbraio, quando il Parlamento ellenico stava approvando le misure di austerity. Nel suo reportage non fornisce soltanto i freddi numeri della "tragedia greca" che si sta compiendo nel paese a cui l’Europa deve la nascita della sua cultura, ma descrive le sofferenze sempre maggiori dei greci attraverso una città che conosce bene e che, per la crisi economica, ha cambiato i connotati: “L’area che da piazza Omonia si estende verso Psirri, fino a qualche anno fa uno dei quartieri per eccellenza della frizzante vita notturna ateniese, con ristoranti, bar e club per la musica dal vivo, mostra come poche altre zone che cosa sia la crisi ad Atene. Decine di locali hanno chiuso i battenti – come il Guru Bar, un tempo grande successo della scena locale… Tono diverso ma identica sostanza nell’elegante area di Kolonaki… sulla centrale via Patriarkou Ioakim, qualcuno ti chiede l’elemosina, tra una banca e una boutique”, racconta Nissirio.

    E se questa è la capitale oggi, l’autore esamina come si è potuto arrivare alle violenze dei mesi scorsi. L’"inizio delle fine" secondo Nissirio coincide con il momento di massima visibilità che la Grecia ha vissuto negli ultimi anni: le Olimpiadi di Atene del 2004, che dopo il grande successo lasciarono i contribuenti con una voragine finanziaria da riempire, e senza una vera strategia sul "come". Nissirio ricorda anche un clima di spesa spensierata, quando lo stato ellenico ebbe la presidenza di turno dell’Unione europea, nel primo semestre del 2003. “Quello che ricordo io – è la sua testimonianza diretta – è che all’inaugurazione della presidenza allo Zappeion – l’edificio situato al centro di Atene dove furono ospitati diversi eventi delle prime Olimpiadi moderne, nel 1896 – nel buffet per i giornalisti c’era anche l’aragosta. Così come ricordo aerei di stato carichi di cronisti – viaggiavano tutti gratis, e anche l’albergo era pagato dal ministero interessato”.
    Ed per Nissirio è con questo "recente passato, fatto di sperperi pubblici, gravissimi ritardi nel prendere misure salva-Grecia, e ambiguità dei partner europei (la Germania paladina del rigore è la stessa che ha venduto due sommergibili ad Atene in piena crisi), che gli elettori andranno alle urne il 6 maggio". Un voto che, stando ai sondaggi, promette un Parlamento frammentato, con gravi rischi per la  governabilità e per il rispetto del piano di austerità concordato tra Grecia e partner internazionali.