Tragedia in Francia

Lo scooter, l'arma, il precedente e dieci anni di antisemitismo a Tolosa

Matteo Matzuzzi

A Tolosa, quarta città di Francia, un uomo ha aperto il fuoco davanti alla scuola ebraica Ozar Hatorah, uccidendo il rabbino Jonathan Sandler e due delle sue figlie, Aryhel e Gavriel, di sei e tre anni. Nella sparatoria è morta anche la figlia del direttore dell’istituto, Miriam, di otto anni. Il presidente Nicolas Sarkozy, giunto nella tarda mattinata nella città occitana, ha definito la strage una “tragedia nazionale”, mentre il ministro dell’Interno Claude Guéant ha disposto l’immediato rafforzamento della sorveglianza all’esterno di tutte le scuole ebraiche francesi.

    A Tolosa, quarta città di Francia, un uomo ha aperto il fuoco davanti alla scuola ebraica Ozar Hatorah, uccidendo il rabbino Jonathan Sandler e due delle sue figlie, Aryhel e Gavriel, di sei e tre anni. Nella sparatoria è morta anche la figlia del direttore dell’istituto, Miriam, di otto anni. Il presidente Nicolas Sarkozy, giunto nella tarda mattinata nella città occitana, ha definito la strage una “tragedia nazionale”, mentre il ministro dell’Interno Claude Guéant ha disposto l’immediato rafforzamento della sorveglianza all’esterno di tutte le scuole ebraiche francesi. Sarkozy e il suo sfidante socialista, François Hollande, hanno interrotto la campagna elettorale.

    Alle otto e mezza di mattina un uomo a bordo di uno scooter si è fermato davanti all’istituto e ha aperto il fuoco sulle persone che stavano entrando a scuola. Dopo aver sparato il primo colpo, l’arma si sarebbe inceppata. A quel punto il killer, sceso dallo scooter, ha inseguito professori e studenti fino all’interno dell’edificio, facendo fuoco con una pistola calibro 11,43. La stessa arma usata per il duplice agguato della settimana scorsa a Tolosa e Montauban in cui tre paracadutisti di origine maghrebina hanno perso la vita e un quarto delle Antille è rimasto ferito. Anche lo scooter sarebbe lo stesso visto sfrecciare dopo l’agguato ai due soldati di Montauban, e una videocamera di sorveglianza ha registrato la targa, secondo quanto riporta il Point. “Stessa arma, stessa persona”, ha sintetizzato in serata Sarkozy. Oltre all’ipotesi del “lupo solitario”, del “pazzo pronto a tutto” (come aveva ipotizzato in mattinata il ministro della Difesa Gérard Longuet), gli inquirenti seguono due piste. Una porta all’integralismo islamico: l’attentato sarebbe una reazione sia alla strage compiuta dal sergente americano Robert Bales a Zangabar, villaggio nei pressi di Kandahar (il reparto dei tre soldati uccisi era da poco rientrato dall’Afghanistan e dopo l’attacco della settimana scorsa era stato imposto il divieto di circolare in città in divisa), sia al comizio dell’11 marzo in cui Sarkozy aveva chiesto una revisione di Schengen sulla libera circolazione delle persone mirata a rafforzare le frontiere. La seconda, più accreditata, cerca il killer negli ambienti neonazisti locali.

    Nel 2008, tre paracadutisti di stanza a Montauban furono espulsi dall’esercito in seguito alla denuncia di un ex commilitone che aveva riferito ai superiori i loro comportamenti, compresa una foto (poi pubblicata dal Canard Enchaîné) che li ritraeva mentre facevano il saluto nazista davanti a una bandiera con la svastica del Terzo Reich. I tre paracadutisti avevano sul corpo “tatuaggi particolarmente espliciti riferibili alla loro ideologia”, disse il colonnello Michel Esparsa, allora comandante del reggimento. E un tatuaggio era ben visibile sul killer della strage alla scuola ebraica, secondo diverse testimonianze raccolte sul posto.
    Tolosa, la “città rosa”, capitale culturale dell’Occitania, è piombata nella paura. Non è però nuova a episodi di intolleranza antisemita: il 5 gennaio 2009, un veicolo in fiamme pieno di bottiglie molotov fu lanciato a tutta velocità contro il cancello di una sinagoga. Solo per puro caso l’attacco non provocò vittime, all’interno c’erano più di dieci persone. L’attentato non fu che il più eclatante di una lunga serie di aggressioni sporadiche a membri della comunità ebraica locale. “Sono sconvolto per quello che è successo”, ha detto alla Bbc il segretario generale del Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche francesi nella regione del Midi-Pirenei, Mark Szultman, aggiungendo che “Tolosa non è risparmiata dal generale aumento di un sentimento antisemita che da almeno un decennio si avverte nel paese. Abbiamo assistito a episodi sempre più gravi, dagli insulti alle piccole aggressioni per strada si è passati in breve tempo ai colpi di fucile. Ogni volta ci dicevano che erano reati comuni, non legati all’odio razziale. Soltanto tre anni fa, dopo l’attentato alla sinagoga, le autorità non hanno più potuto far finta di niente”.

    Il sindaco socialista della città, Pierre Cohen (figlio di un soldato tunisino di religione ebraica), dopo aver definito “abominevole e odiosa” la strage, ha ordinato di mettere le bandiere del municipio a mezz’asta in segno di lutto. L’Unione degli studenti ebrei francesi ha sottolineato che per la prima volta in oltre cinquanta anni sono stati uccisi bambini ebrei in Francia. “Le motivazioni antisemite di quanto accaduto sono evidenti”, ha detto in serata il presidente Sarkozy annunciando l’adozione di misure speciali per assicurare la sicurezza nel sud-ovest. Nel resto del paese sono state rafforzate le misure di sorveglianza su tutti i luoghi di culto, “anche su quelli islamici”, come auspicato tra le lacrime dalla deputata socialista dell’Alta Garonna, Catherine Lemorton.

    • Matteo Matzuzzi
    • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.