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Neppure il Mago Cerasa avrebbe previsto il culo di Roberto Mancini

Jack O'Malley

In attesa di vedere se le previsioni politiche del Mago Cerasa alle “Invasioni barbariche” saranno azzeccate, mi godo quelle sportive dei giornali italiani, pronti a giurare solo qualche settimana fa che il Manchester United era una squadra di bolliti con un manager in lista d’attesa per la casa di riposo e che Balotelli aveva finalmente messo la testa a posto e non era più un “bad boy”.

     

    Londra. In attesa di vedere se le previsioni politiche del Mago Cerasa alle “Invasioni barbariche” saranno azzeccate, mi godo quelle sportive dei giornali italiani, pronti a giurare solo qualche settimana fa che il Manchester United era una squadra di bolliti con un manager in lista d’attesa per la casa di riposo e che Balotelli aveva finalmente messo la testa a posto e non era più un “bad boy”. Ieri invece eccoli scrivere che i Red Devils sono fortissimi e che Balotelli è sempre la solita testa vuota. L’errore è ridurre tutto alle solite categorie, cercare di definire il calcio inglese come se fosse una Liga qualunque. Prendete il Tottenham, ad esempio: nella sfida persa contro il Manchester City sabato c’è tutto. E’ la metafora della vita, scriverebbe Beppe Di Corrado. Io mi limito a dire che è la metafora degli Spurs: al 90°, sul risultato di 2-2 (maturato in rimonta, sotto 2-0) gli Spurs hanno l’occasione della vita: Bale si invola a sinistra, si fuma la difesa dei citizens come Super Mario le sigarette, mette un pallone in mezzo su cui basterebbe soffiare per completare il capolavoro, 3-2 e tutti a casa, stretti alle chiappe della capolista e gloria per tutti. Invece no. Invece Defoe non ci arriva, e sciaguratamente sorride anche, dopo l’errore. Il gol su rigore di Balotelli di tre minuti dopo è cronaca, ma è anche il sigillo su un cammino troppo bello per essere vero, quello del sorprendente Tottenham, e su un culo troppo grande per essere compreso, quello di Roberto Mancini.

    All’Emirates domenica Henry fremeva in tribuna, e i capelli precocemente bianchi sulla testa di Van Persie facevano capire ai più attenti che, da quando nei Gunners non c’è più un vero fuoriclasse, la responsabilità pesa non poco sull’attaccante olandese. Detto questo, Van Persie ha segnato un gran gol, bello e inutile come il supplemento culturale del Corriere della Sera, La Lettura. Gli uomini di Ferguson non sono in forma come all’andata, quando ai ragazzi di Wenger ne rifilarono otto, ma hanno trovato un Valencia che comincia a risolvere il mistero di tutti i soldi spesi dal Manchester per acquistarlo. Il cross di Giggs per il primo gol fa notizia quanto una sua scappatella sessuale, l’azione per la rete di Welbeck serve a ricordare agli sceicchi del City che sì, quest’anno forse la Premier la vinceranno loro, ma chi ha voglia di emozioni forti ne trova a pacchi anche a Old Trafford.