Bambi va al Congresso americano

Simona Verrazzo

Può un cartone animato essere considerato ‘patrimonio nazionale’ e quindi essere messo sotto tutela per conservarlo per le generazioni future? Sì, se si tratta di un capolavoro come quello della Walt Disney, vale a dire quel Bambi che ha commosso generazioni di bambini (e adulti). Il film di animazione classe 1942, con il cerbiatto più famoso del mondo, è tra i 25 film inseriti quest’anno nella lista dei Tesori culturali, artistici, storici della Biblioteca americana del Congresso, a Washington.

    Può un cartone animato essere considerato "patrimonio nazionale" e quindi essere messo sotto tutela per il futuro? Sì, se si tratta di un capolavoro della Walt Disney. Bambi, film di animazione del 1942 che ha commosso generazioni di bambini e adulti, è tra i venticinque film inseriti quest’anno nella lista dei Tesori culturali, artistici, storici della Biblioteca americana del Congresso. Washington, infatti, raccoglie e conserva le opere giudicate degne di appartenere al patrimonio nazionale degli Stati Uniti. Tra le novità del 2011 c'è anche un corto del cofondatore degli Studios Pixar, Ed Catmull, "A Computer Animated Hand" del 1972, capofila per una tecnologia che ha prodotto successi animati come Cars e Nemo.

    Si tratta di “tesori cinematografici che testimoniano della nostra storia e della nostra cultura e riflettono i nostri sogni e le nostre speranze”, ha spiegato il presidente della biblioteca, James H. Billington. Le pellicole selezionate quest’anno vanno dal 1912 al 1994 e si aggiungono alle 550 già presenti nel registro. Tra le new entry, grandi classici come "Il Monello" di Charlie Chaplin, del 1921. Ma la biblioteca ha scelto anche opere popolari contemporanee come il thriller "Il silenzio degli innocenti" di Jonathan Demme, con Jodie Foster ed Anthony Hopkins, che è del 1991, e la commedia "Forrest Gump" di Robert Zemeckis con Tom Hanks, del 1994.

    La lista dei Tesori del National Film Registry è nata nel 1989 e consente, ogni anno, l’iscrizione di un massimo di venticinque  “film culturalmente, storicamente o esteticamente significativi”, queste le motivazioni della selezione, così come si legge qui. La Walt Disney può vantare l’onore di essere stata inserita già nella prima lista del 1989 grazie a un altro capolavoro senza tempo: "Biancaneve e i sette navi". La casa d’animazione, poi, è presente anche con altre due pellicole: "Pinocchio" (1994) e "La bella e la bestia" (2002).

    Scorrendo i nomi, che in ventidue anni si sono aggiunti, si scopre che c’è praticamente tutta Hollywood, da "Il Padrino" a "Star Wars", da Alfred Hickok a Stanley Kubrick, da "L’esorcista" a "La Pantera Rosa", da Woody Allen a Ridley Scott, da "Taxi Drive" a "Malcom X", da Steven Spielberg a Orson Welles.

    Ma c’è anche un pezzo di Italia: nel 2009, tra le pellicole della Biblioteca,è stato fatto il nome di Sergio Leone e del suo capolavoro "C’era una volta il West", del 1968.