“La paura non vincerà”. Parla Gill, unico ministro cristiano in Pakistan

Giulia De Matteo

Una delle prime cose che ci si aspetta da Akram Masih Gill, ministro cattolico in Pakistan per l'Armonia nazionale e per le minoranze, sono i segni della paura. Invece le pupille si muovono curiose e le rughe sono quelle di chi tende a sorridere più che a crucciarsi. La poltrona su cui siede è quella lasciata vuota dal suo amico Shabaz Bhatti, ucciso il 2 marzo in un attacco terroristico dopo aver pronunciato parole a favore della grazia nei confronti di Asia Bibi, una donna cristiana accusata di blasfemia e condannata a morte (in base all'articolo 295 del codice pachistano), attualmente detenuta in carcere in attesa della sentenza della Corte Suprema.

    Una delle prime cose che ci si aspetta da Akram Masih Gill, ministro cattolico in Pakistan per l'Armonia nazionale e per le minoranze, sono i segni della paura. Invece le pupille si muovono curiose e le rughe sono quelle di chi tende a sorridere più che a crucciarsi. La poltrona su cui siede è quella lasciata vuota dal suo amico Shabaz Bhatti, ucciso il 2 marzo in un attacco terroristico dopo aver pronunciato parole a favore della grazia nei confronti di Asia Bibi, una donna cristiana accusata di blasfemia e condannata a morte (in base all'articolo 295 del codice pachistano), attualmente detenuta in carcere in attesa della sentenza della Corte Suprema.

    “Mi avevano assegnato il ministero della Sanità. Al posto di Bhatti avevano nominato un musulmano che però ha rifiutato l'incarico – racconta al Foglio il ministro Gill, invitato a Torino a parlare di libertà religiosa alla Winter School dell'associazione “Difendiamo il Futuro” – Ho deciso, per il bene della comunità, di fare un passo avanti, nonostante tutti me lo sconsigliassero. Il fatto di essere cristiano credo che aiuti a promuovere il dialogo tra le varie componenti del Parlamento pachistano”. In Pakistan sono quattro i rappresentanti delle minoranze non musulmane, “è praticamente impossibile far approvare norme o abrogare la legge sulla blasfemia, ma possiamo lavorare affinché non venga utilizzata in modo strumentale e persecutorio, possiamo promuovere azioni e politiche che aumentino la tolleranza”. Non si concede titubanze nel perseguimento della sua missione, “altrimenti le minoranze religiose che vivono in Pakistan ne sarebbero contagiate e ripiomberebbero nel terrore, come dopo l'uccisione di Bhatti e Salmaan Taseer” (governatore del Punjab ucciso per aver difeso Asia Bibi).

    Rispetto alle accuse di connivenza dei servizi segreti con alcuni esponenti di al Qaida, emerse dopo l'uccisione di Osama bin Laden e oggi al centro di un caos diplomatico tra Washington e Islamabad con tanto di complotti golpisti, il ministro Gill precisa che il problema è determinato innanzitutto dai confini con l'Afghanistan: “Non esiste più una dogana o un confine e i terroristi passano tranquillamente avanti e indietro senza che vi sia nessun tipo di controllo”.

    Il miliardo di dollari che ogni anno il Pakistan riceve dagli Stati Uniti “è finalizzato a combattere il terrorismo”, ma anche un altro grande investitore si sta accreditando come sponsor del Pakistan: “La Cina – spiega Gill – ci sta fornendo molti aiuti in svariati settori, compresi la sanità e l'istruzione, senza contare i contributi dei privati nel nostro paese”. La crescente inflazione è un altro fattore di destabilizzazione del paese, e “il timore che prepari la strada alla dittatura ha rafforzato la collaborazione tra maggioranza e minoranza in Parlamento”, unita anche sulla necessità di possedere armi nucleari “in risposta al primo test nucleare fatto dall'India con cui siamo in ottimi rapporti, ma anche in grande competizione”.