La sostenibile levità della Cancellieri, dolce ministro di ferro

Marianna Rizzini

Ridono all'ingiù, gli occhi di Anna Maria Cancellieri, nuovo ministro dell'Interno, nel video in cui, da commissario nella Bologna del dopo Delbono, racconta il suo passato di ragazza innamorata a Tripoli (fu lì, “a una festa da ballo”, che nel 1962 diede il primo bacio a suo marito, anche definito “il mio migliore amico”, e fu lì che prese il vizio di giocare con la collana di perle per alleggerire l'imbarazzo).

    Ridono all'ingiù, gli occhi di Anna Maria Cancellieri, nuovo ministro dell'Interno, nel video in cui, da commissario nella Bologna del dopo Delbono, racconta il suo passato di ragazza innamorata a Tripoli (fu lì, “a una festa da ballo”, che nel 1962 diede il primo bacio a suo marito, anche definito “il mio migliore amico”, e fu lì che prese il vizio di giocare con la collana di perle per alleggerire l'imbarazzo). Ridono all'ingiù, gli occhi, mentre il neo ministro posa per le foto al Quirinale, Miss Marple nel piglio e Mary Poppins nello stile, e chissà se anche stavolta, come due anni fa a Bologna, Anna Maria Cancellieri ha detto al fotografo: “Mamma mia, di solito vengo male, uno si pensa sempre meglio di quello che è”.

    C'è stato un giorno, comunque, in cui l'ex commissario se ne andava in giro per la città del Mulino con l'idea di moltiplicare le fioriere e con l'intento di cancellare i graffiti sui muri (“altro che sceriffo Cofferati”, diceva un osservatore bolognese). Fine dell'afflato bucolico: Anna Maria Cancellieri, per il resto, è un prefetto in pensione con un amore smisurato per l'impermeabile (anche sotto al sole), una nomea di persona accessibile al telefono e un curriculum possente da “funzionario dello Stato”, come dice lei (trattasi di carriera ventennale come responsabile Comunicazione in prefettura a Milano, arricchita da missioni da commissario o prefetto tra Catania, Brescia, Vicenza, Bergamo e Parma, ultima città di breve permanenza). Specializzata in “risoluzione problemi”, dicevano a Bologna citando il Mr Wolf di Quentin Tarantino, Cancellieri non ci tiene a essere intellighenzia arroccata (“non sono una donna di cultura”, ha detto un giorno, con l'aria trasecolata con cui oggi dice che una settimana fa non avrebbe mai creduto di poter essere ministro).

    Romana, romanista e abolizionista senza conformismi in tema di 8 marzo e quote rosa (le donne, dice, sono già meglio degli uomini), Cancellieri ha pensato un giorno di dire “basta” anche alla presenza dei ministri sul palco commemorativo della strage di Bologna. Voleva fare l'architetto, non pensava di buttarsi in politica e oggi dice di “aver fatto bene”, in passato, a resistere alle “tentazioni”, ma poco ci mancò che a Bologna si candidasse a sindaco. Andò tutto in fumo: l'ex commissario, scelto da Roberto Maroni, non voleva apparire troppo partisan (e il centrodestra l'aveva talmente appoggiata che la sinistra decise di non farlo). Aveva pensato di “fare la nonna”, Cancellieri, e magari di ritirarsi a vita campestre. Non le ha creduto nessuno, e infatti eccola qui.
     

    • Marianna Rizzini
    • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.