Girotondo fogliante - Un'espressione geografica/ 7

Un'uscita di emergenza deve avere chiari limiti di tempo e di azione

Redazione

Ci sono paesi normali e paesi in perenne stato emergenziale. I paesi normali sanno gestire con procedure normali anche le situazioni di emergenza: gli Stati Uniti, nel pieno della crisi del 2008, non hanno sospeso la campagna elettorale dalla quale è uscito vincitore Barack Obama. Ma lì si vota, appunto, normalmente a ogni scadenza di mandato. Nel nostro paese l'emergenza pare riuscire a perpetuare solo l'emergenza.

di Ubaldo Casotto

    Ci sono paesi normali e paesi in perenne stato emergenziale. I paesi normali sanno gestire con procedure normali anche le situazioni di emergenza: gli Stati Uniti, nel pieno della crisi del 2008, non hanno sospeso la campagna elettorale dalla quale è uscito vincitore Barack Obama. Ma lì si vota, appunto, normalmente a ogni scadenza di mandato. Nel nostro paese l'emergenza pare riuscire a perpetuare solo l'emergenza.

    Ci si era illusi dell'affermazione di un bipolarismo dell'alternanza con mandato popolare, ma l'architettura istituzionale è siffatta che un desiderio presidenzialista deve fare i conti con una centralità del Parlamento “nominato” (come si dice) ma pur sempre eletto senza vincolo di mandato, con maggioranze che al suo interno sono di fatto cambiate rispetto a quella “uscita dalle urne”. Se una nuova “maggioranza” si formerà intorno alla lista di ministri e al programma del senatore Mario Monti non si potrà, tecnicamente, parlare di sospensione della democrazia. Questo l'aspetto formale della vicenda, che in democrazia, come  nelle vicende di giustizia, non è mai secondario.

    C'è poi una questione di sostanza: possono essere prese decisioni rivoluzionarie per gli assetti economici e sociali di un paese senza averne un mandato esplicito dal corpo elettorale? Si possono riformare le pensioni, il fisco, il mercato del lavoro, il sistema educativo, la pubblica amministrazione, la spesa sanitaria, la macchina della giustizia – perché di queste cose ha bisogno l'Italia – con interventi “tecnici”? Abbiamo speso anni a spiegare a Silvio Berlusconi che un paese non è come un'azienda, che le istituzioni democratiche non sono come un consiglio di amministrazione e ci rimangiamo tutto? Ma delle anomalie bisogna, per superarle, prendere atto, se 560 deputati sono pronti a dare la fiducia a un esecutivo Monti perché non sembra in questo momento esserci alternativa, forse vuol dire che l'alternativa non c'è. Prenderne atto non vuol dire rinunciare, mentre si spegne l'incendio, a ricordare che la cura in atto è un trattamento sanitario obbligatorio cui ci si piega per amor di patria, che deve essere limitato nella durata e nel campo di azione. E' diritto fondamentale del malato scegliersi il medico curante.

    di Ubaldo Casotto

    (testo raccolto dalla redazione)