“Monti è un'eccezione possibile, le elezioni sono la regola”

Marianna Rizzini

Un governo Monti? “In questo contesto è una possibilità e una speranza”, dice il direttore dell'Unità Claudio Sardo al Foglio, “a condizione che il Pd, il Pdl e l'Udc si assumano la piena responsabilità politica di questa operazione, nonostante le ampie divergenze di opinione, altrimenti è meglio votare. Non si può fare il giochino di varare un governo voluto dal presidente della Repubblica e fare poi finta di fischiettare mentre nel retrobottega si inizia la campagna elettorale”.

    Un governo Monti? “In questo contesto è una possibilità e una speranza”, dice il direttore dell'Unità Claudio Sardo al Foglio, “a condizione che il Pd, il Pdl e l'Udc si assumano la piena responsabilità politica di questa operazione, nonostante le ampie divergenze di opinione, altrimenti è meglio votare. Non si può fare il giochino di varare un governo voluto dal presidente della Repubblica e fare poi finta di fischiettare mentre nel retrobottega si inizia la campagna elettorale”.

    Ma Sardo dice anche che “le elezioni sono la strada della normalità, la regola, la bellezza e la forza delle democrazia. La democrazia non è un lusso, non c'è responsabilità senza consenso, e anche per fare scelte difficili e politiche severe ci vuole la forza della legittimazione popolare. Ci può essere, certo, una condizione di eccezionalità, anche di larga convergenza politica, ma non deve passare l'idea che si stia parlando di pausa della politica, e che un governo tecnico possa emarginare o accantonare la politica”. Sardo sottolinea la situazione di “emergenza” e le “responsabilità” di Berlusconi e di Tremonti che hanno tenuto una linea di inerzia sulla crescita”, poi dice: “C'è il rischio che si possa far strada la convinzione che solo la tecnocrazia possa governare una crisi come questa. Per questo dico: niente ambiguità”.

    L'intervista integrale a Claudio Sardo sarà pubblicata domani nel Foglio

    • Marianna Rizzini
    • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.