Un passo avanti

Il Cav. delude il partito del passo indietro, fa di conto e prepara il voto

Salvatore Merlo

Intorno a Silvio Berlusconi si muovono un piccolo partito del “passo avanti” e un più articolato e solido partito del “passo indietro”. A metà tra queste spinte, e sopra le parti, si trova il cauto Gianni Letta.

    Intorno a Silvio Berlusconi si muovono un piccolo partito del “passo avanti” e un più articolato e solido partito del “passo indietro”. A metà tra queste spinte, e sopra le parti, si trova il cauto Gianni Letta. Fedele Confalonieri, la famiglia del Cavaliere e il ministro Gianfranco Rotondi (strano caso di democristiano lontano da tentazioni consociative) consigliano al premier di chiedere le elezioni anticipate anche (e forse soprattutto) nel caso in cui gli riesca di riottenere la fiducia in Parlamento intorno ai contenuti liberali e anticrisi dell'eurolettera siglata Draghi-Trichet. Contro questo partitino si muove, quasi in solido, l'intera corte berlusconiana, da Angelino Alfano e Franco Frattini in giù, che, in accordo con Roberto Maroni, coltiva ambizioni in proprio e lavora per la sostituzione in corsa del Cavaliere. Renato Schifani, che ha incontrato a lungo Gianfranco Fini, ha usato parole palindrome ma cariche di senso, nel giorno in cui Pier Ferdinando Casini continua a chiedere un governo di larghe intese: “Coloro che rappresentano le istituzioni, ma anche le forze politiche, devono dare il meglio di sé… con voglia di riuscire, abbandonando ogni contrapposizione e ogni interesse di parte”. Di questo largo schieramento fanno ormai parte anche i vertici della Lega: Maroni e Roberto Calderoli insistono molto con Umberto Bossi.

    Berlusconi ha visto ieri ad Arcore
    i figli e Confalonieri. Nel corso del pranzo è maturata una inversione degli schemi che la corte, domenica – secondo resoconti di stampa condizionati dallo spin di quanti lavorano per le dimissioni del Cavaliere – era (quasi) riuscita a imporre al presidente del Consiglio. Niente dimissioni, nessun passo indietro o di lato che favorisca un nuovo governo. Nel pomeriggio il Cavaliere lo ha detto pubblicamente: “Porrò la fiducia in Parlamento sulla lettera della Bce”. Quello che Berlusconi non ha detto è che, anche qualora ottenesse la fiducia, medita comunque – una volta approvate le misure anticrisi – di chiedere lo sciogliemnto delle Camere. “Non riesco a governare contro Tremonti”, ha detto Berlusconi, che poi ha confermato con una telefonata a un convegno: “Il premier deve poter imporre la linea al ministro dell'Economia”. Elezioni, dunque. Un'idea che ieri Confalonieri ha promosso con forza di fronte al Cavaliere e che vede d'accordo anche il ministro per l'Attuazione del programma, Rotondi: “Tra noi e le elezioni non vedrete altri governi”. Intanto Pier Ferdinando Casini osserva e tesse una trama fatta di contatti anche all'interno del gruppo dirigente del Pdl (circolano strane versioni sul passaggio di Gabriella Carlucci nell'Udc). Ma Casini si sta preparando per qualsiasi evenienza, anche per il voto: ha già prenotato gli spazi per dei manifesti elettorali 6x3.

    Oggi alla Camera si vota sul rendiconto dello stato. La maggioranza potrebbe non essere più tale già in questa votazione, anche se il Cavaliere affetta ottimismo e Denis Verdini e Fabrizio Cicchitto hanno lavorato tutto il giorno per arrivare almeno a 313 voti. Incombe anche la mozione di sfiducia delle opposizioni, da domani comincerà una dura battaglia sui tempi: il Pdl cercherà di non farsi anticipare da Pd e Udc e arrivare prima al voto di fiducia.

    • Salvatore Merlo
    • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.