La trasformazione di una donna libera in una ladra di preservativi

Annalena Benini

Come può una donna forte, appassionata, libera, colta, realizzata, trasformarsi di notte in una ladra? Non di gioielli, non di banconote, ma di contenuto di preservativi usati. Succede, è successo, e Liz Jones, stella del giornalismo britannico, ex direttrice di Marie Claire, ora cinquantenne senza figli, l’ha confessato fin nei dettagli sul Daily Mail, con un articolo pieno di dolore e di rabbia: è la corsa segreta alla maternità, quando non si ha più vent’anni né trenta, quando non si credeva che all’improvviso sarebbe esplosa una bomba nel cervello.

Come può una donna forte, appassionata, libera, colta, realizzata, trasformarsi di notte in una ladra? Non di gioielli, non di banconote, ma di contenuto di preservativi usati. Succede, è successo, e Liz Jones, stella del giornalismo britannico, ex direttrice di Marie Claire, ora cinquantenne senza figli, l’ha confessato fin nei dettagli sul Daily Mail, con un articolo pieno di dolore e di rabbia: è la corsa segreta alla maternità, quando non si ha più vent’anni né trenta, quando non si credeva che all’improvviso sarebbe esplosa una bomba nel cervello.

“Volevo una carriera, la libertà, una casa carina e restare magra. Come femminista, guardavo dall’alto in basso le mamme”. Fino al giorno in cui niente diventa più importante che restare incinta, con o senza le stelline negli occhi del fidanzato, marito, amante, tizio che dorme lì accanto e che deve per forza servire almeno a quello (nel caso specifico, il tizio si era piazzato a casa di Liz Jones, scrive lei, più per potere andare al lavoro a piedi che per grande amore, ed era parecchio sospettoso sul fatto che lei prendesse davvero la pillola. “Non mi fido di te”, le aveva detto, bofonchiando qualcosa sulle donne che dichiarano di volere una carriera ma sotto sotto vogliono una famiglia. Il tizio era pigro ma non scemo). Quando l’idea degli ovuli che si perdono per strada diventa un’ossessione, si può fare qualunque cosa, scrive Liz Jones.

“Poiché lui non voleva darmi quel che volevo, decisi di prendermelo. Pensai che potevo rubargli lo sperma durante la notte. Pensai anche che era un mio diritto, dato dal fatto che lui viveva con me e che gli compravo molti pasti pronti”. Così una notte, dopo l’amore (o il sesso, o la preparazione della rapina), lei prese il preservativo usato e si chiuse in bagno. “Feci quello che dovevo fare”. Liz Jones però non rimase incinta, lasciò in fretta quell’essere inutilizzabile e si sposò con un altro, che però aveva quattordici anni meno di lei e nessuna intenzione di fare un figlio. “Ma io non ascoltavo. Tutto quel che sentivo era il mio orologio biologico che ticchettava”.

I suoi tentativi di fare la ladra di sperma si infransero di nuovo contro la realtà. Nessuna gravidanza, molto dolore, troppi inganni (“Nessuno dei miei uomini ha mai saputo nulla dei miei sotterfugi. Immagino che adesso, leggendo, si infurieranno”). Molte amiche di Liz invece sono riuscite a rimanere incinte con dolo (prendo la pillola, sono sterile, il mio personaggio storico preferito è Erode, colleziono preservativi usati). Così adesso, la morale non troppo allegra di questa piccola storia la spiega Liz Jones stessa agli uomini: se una donna fra i trenta e i quaranta scompare immediatamente dopo il sesso, mettete in moto il cervello.

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  • Annalena Benini
  • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.