I 4 giorni in cui Cambridge stava per concedersi a un bottegaio

Marco Pedersini

Per quattro giorni, l'Università di Cambridge ha rischiato di offrire il posto più illustre dell'ateneo a un bottegaio di Mill Road, una via dove i nativi britannici sono una rarità. A dire il vero, il signor Abdul Arain, nato a Nairobi 46 anni fa, immigrato da una trentina d'anni nel Regno Unito, non si è candidato per un desiderio di partecipare alla vita accademica.

    Per quattro giorni, l'Università di Cambridge ha rischiato di offrire il posto più illustre dell'ateneo a un bottegaio di Mill Road, una via dove i nativi britannici sono una rarità. A dire il vero, il signor Abdul Arain, nato a Nairobi 46 anni fa, immigrato da una trentina d'anni nel Regno Unito, non si è candidato per un desiderio di partecipare alla vita accademica. E' che quando il principale candidato, Lord David Sainsbury di Turville, già ministro della Scienza con Tony Blair, magnate dei supermercati, ha deciso di aprire un centro commerciale in Mill Road, Abdul Arain, che nella via ha un impero molto più circoscritto – un negozio di alimentari, uno sportello postale e una macelleria halal –, ha deciso che era arrivato il momento di reagire.

    Si è informato rispetto al cerimoniale
    per l'elezione, invariato dal 1246, ha raccolto più del doppio delle 50 firme necessarie per candidarsi e ha iniziato una campagna di resistenza culturale. “Non è stata un'idea mia, me l'hanno chiesto i miei clienti, alcuni dei quali sono anche accademici, perché non vogliono una Cambridge accessibile solo ai privilegiati”, dice Arain, che ha gettato lo scompiglio in una campagna elettorale già movimentata – “ma non c'è niente di personale, è solo una felice coincidenza, io sono contro tutte le catene di negozi”, assicura lui.

    Nessuno si sarebbe aspettato niente del genere quando il principe Filippo, consorte della regina e cancelliere dell'ateneo dal '76, aveva deciso di lasciare, all'età di novant'anni. Di solito, si procede a un'elezione pilotata, che incorona un candidato con un titolo che, salvo dimissioni, si porterà con sé nella tomba. Per capire come fare a trovare un sostituto, a Cambridge, hanno dovuto rispolverare i vecchi codici, visto che non si teneva un'elezione vera e propria dal 1847 (nel 1950 ci si era avvicinati, ma poi uno dei due candidati si era ritirato per diventare il primo premier indiano). Nei codici, adeguati al XIII secolo, c'è un guaio: bastano cinquanta firme e chiunque può candidarsi. E' così che, assieme al più consono Lord Sainsbury, si sono candidati Arain, l'attore comico Brian  Blessed e l'avvocato settantenne Michael Mansfield, vegano e socialista. Il corpulento Blessed, noto per la barba da orco e il vocione profondo, si è lasciato andare a una campagna dai toni esuberanti. “Cambridge è Camelot”, urlava con posa shakespeariana, prima di spiegare che “se fossi cancelliere farei tutte le attività, pianificherei spedizioni in posti tipo l'Everest (che ha cercato di scalare tre volte, nda), ruberei tutti i libri della biblioteca. E poi mi butterei giù da Mathematical Bridge facendo affondare tutte le barche, specialmente quelle piene di belle ragazze”.

    Anche Arain, che Blessed definisce “un vero tesoro”, non ha speso troppe parole sull'università. Per lui la battaglia è “evitare che Cambridge diventi una città clone di mille altre città”, missione che ovviamente ha anche delle ricadute sull'ateneo.  “Dobbiamo riavvicinare l'università alla gente, non fare scappare tutti quelli che hanno reso Cambridge quella che è. Invece dei negozi di prima ne fanno un centro commerciale e le strade diventano dei dormitori”, dice Arain, che sfodera il suo esempio di battaglia: “Negli anni Trenta, l'università si era opposta alla costruzione di uno stabilimento automobilistico, che poi è stato dirottato a Luton. Beh, ora in che posto vorreste vivere, Cambridge o Luton?”.
    Ma alla fine, per grande felicità degli ermellini, il detestato Lord Sainsbury è riuscito a spuntarla con un 52 per cento dei voti, lasciando Blessed a un quarto delle preferenze e Arain a una misera quota di 312 prime preferenze. Il magnate dei supermercati, con molto fair play, ha ringraziato i contendenti per “avere reso questa elezione così amichevole”. Blessed, che ha atteso lo scrutinio in un pub, non l'ha presa bene: “Lord Sainsbury non può certo competere con il mio sex appeal. E' una persona perbene, un campione delle arti, ma devo dire che se mi capitasse a tiro lo butterei molto volentieri giù nel fiume”.