Un viaggio delicato

L'Ue autorizza una missione in Iran tra le proteste degli europarlamentari

Fausto Biloslavo

Una delegazione del Parlamento europeo è pronta a recarsi a Teheran fra il 31 ottobre e il 4 novembre. Dopo tre tentativi andati a vuoto nell'ultimo anno e mezzo, questa sarebbe la prima missione diplomatica in territorio iraniano dell'attuale assemblea di Strasburgo. Un viaggio delicato, che viene contestato da una pattuglia di europarlamentari, tra i quali l'italiano Marco Scurria (Pdl). “Non mi sembra una buona idea andare a Teheran, soprattutto se il viaggio cade poco dopo l'ennesima esecuzione di minorenni in Iran”, spiega a Il Foglio Scurria.

    Una delegazione del Parlamento europeo è pronta a recarsi a Teheran fra il 31 ottobre e il 4 novembre. Dopo tre tentativi andati a vuoto nell'ultimo anno e mezzo, questa sarebbe la prima missione diplomatica in territorio iraniano dell'attuale assemblea di Strasburgo. Un viaggio delicato, che viene contestato da una pattuglia di europarlamentari, tra i quali l'italiano Marco Scurria (Pdl). “Non mi sembra una buona idea andare a Teheran, soprattutto se il viaggio cade poco dopo l'ennesima esecuzione di minorenni in Iran – spiega a Il Foglio Scurria – Ho chiesto che nel programma venga inserito almeno un incontro con un leader dell'opposizione e una visita al famigerato carcere di Evin, alle porte della capitale. Vedremo cosa risponderanno gli iraniani”.

    Al quarto tentativo, sembra proprio
    che le ultime formalità siano già state sbrigate e la delegazione sia pronta a partire. I promotori dell'iniziativa, a Bruxelles, sono l'ex presidente della commissione europea dedicata all'Iran, Barbara Lochbihler, e il vice, Kurt Lechner. La prima è una pasionaria dei Verdi tedeschi, che non ama gli americani e ha sempre spinto per una linea più morbida verso gli ayatollah iraniani. Il vicepresidente, per quanto esponente del Ppe, ha deciso di tenere conto delle lobby germaniche sensibili agli enormi interessi commerciali con l'Iran e molto attive sul fronte della normalizzazione dei rapporti con Teheran. Con una lettera del 22 settembre, la strana coppia ha chiesto e ottenuto l'autorizzazione dalla presidenza del Parlamento europeo per inviare una delegazione di cinque europarlamentari a Teheran.

    Secondo documenti di cui il Foglio è in possesso, i paletti che la delegazione imporrà nei confronti della politica degli ayatollah sono molto deboli. Per mettersi la coscienza a posto sul fronte dei diritti civili, la delegazione dovrà “sollevare il caso della signora Asthiani come prioritario” (s'intende Sakineh Mohammadi Ashtiani, l'adultera condannata alla lapidazione, che per il momento non è stata giustiziata, ma, come conferma l'ambasciata polacca a Teheran, “rimane nel braccio della morte”).
    Poi gli europarlamentari procederanno a incontrare “il maggiore numero possibile di attori” della scena politica iraniana. Per non indispettire il regime, il programma non fa alcun cenno esplicito agli “oppositori” dell'Onda verde, che insidia il potere degli ayatollah.

    Tutto con il benestare della Verde finlandese Heidi Hautala, che ha sostituito la tedesca Lochbihler alla presidenza della commissione europea per i rapporti con l'Iran, senza però discostarsi di molto dalla linea precedente. In queste ore le richieste aggiuntive verranno discusse e inviate a Teheran per ottenere una scaletta definitiva della missione diplomatica, che cadrà nel pieno della repressione spietata del regime di Damasco, alleato storico di Teheran.