Severgnini, gran maestro di Twitter, spiega perché il tinto Rooney non ha segnato

Jack O'Malley

Che la cosa calcisticamente più emozionante della settimana siano le foto di Rooney che combatte la canizie con un intruglio preparato dal visagista delle dive la dice lunga. L'attaccante del Manchester ha messo fieramente su Twitter gli scatti che lo ritraggono con capello innaturalmente folto e marrone, (“Hair we come again”, titolano i tabloid più pigri), ma rimane da capire a quale delle macrocategorie di utenti di Twitter appartenga Wayne.

    Che la cosa calcisticamente più emozionante della settimana siano le foto di Rooney che combatte la canizie con un intruglio preparato dal visagista delle dive la dice lunga. L'attaccante del Manchester ha messo fieramente su Twitter gli scatti che lo ritraggono con capello innaturalmente folto e marrone, (“Hair we come again”, titolano i tabloid più pigri), ma rimane da capire a quale delle macrocategorie di utenti di Twitter appartenga Wayne. Beppe Severgnini, che fino a qualche giorno fa era un semplice fruitore di social network mentre ora è “Best Tweeter 2011”, spiega sul Corriere che “Twitter può essere usato per informare, commentare, scherzare” ma che in America ci sono dei nerd che vorrebbero usare i flussi informativi per prevedere la Borsa. Dunque, se non m'inganno, Rooney appartiene alla prima categoria , quella leggera e “italiana”, quella insomma in cui Severgnini eccelle. Forse è questa notizia che lo ha bloccato contro il tosto Norwich City: c'è voluto l'ingresso di Giggs (l'uomo che invero meriterebbe il premio) per sbloccare il meccanismo inceppato dei Red Devils, e il capocannoniere non ha lasciato il segno.

    La squadra più felice della Premier League è lo Swansea City. Senza andare a ravanare nella gallesità del team, fatto di per sé abbastanza disdicevole, i ragazzi del cigno hanno recuperato Danny Graham, giocatore con uno stipendio spropositato rispetto alle possibilità del club ma anche rispetto ai risultati mostrati finora sul campo. Danny s'è sbloccato alla settima di campionato contro lo Stoke City, ed era pure ora, dicono i suoi, che giocano un efficace calcio d'annata, schema “palla lunga e pedalare”.
    E già che questi autorevoli premi piovono da tutte le parti, diciamo anche chi è la squadra più triste della stagione. Dopo la dignità, il decoro e l'autostima, l'Arsenal ha perso anche il derby di North London e naviga in quella zona della classifica che l'Inter del miglior twitterista vivente e dello zerutitulato Ranieri sta imparando a conoscere bene.