Un libro per l'estate

Quando i milanesi andarono a prendersi il mare. Un libro racconta i cento anni di Milano Marittima

Simona Verrazzo

Cosa succede quando una città ricca e colta come Milano che non ha il mare decide di andarselo a prendere sulla riviera adriatica, in un piccolo comune della provincia di Ravenna quale è Cervia? Succede che nasce Milano Marittima, una città che in un secolo è diventata sinonimo di vacanze e che ha appena tagliato il traguardo dei suoi primi cento anni. La storia di questa località balneare è anche lo specchio di un pezzo d'Italia, il nord lombardo, che con la sua operosa ingegnosità ha cambiato il volto di un altro pezzo di paese, la riviera romagnola.

    Cosa succede quando una città ricca e colta come Milano che non ha il mare decide di andarselo a prendere sulla riviera adriatica, in un piccolo comune della provincia di Ravenna quale è Cervia? Succede che nasce Milano Marittima, una città che in un secolo è diventata sinonimo di vacanze e che ha appena tagliato il traguardo dei suoi primi cento anni. La storia di questa località balneare è anche lo specchio di un pezzo d'Italia, il nord lombardo, che con la sua operosa ingegnosità ha cambiato il volto di un altro pezzo di paese, la riviera romagnola. E sono da romanzo le vicissitudini di artisti, intellettuali, imprenditori, professionisti, politici, che hanno contribuito alla fondazione di Milano Marittima. E' a loro che si ispira il libro "Milano al Mare. Milano Marittima: 100 anni e il racconto di un sogno" (SBC edizioni). L'autore è una donna, la giornalista Letizia Magnani, nata a Cervia: un particolare degno di nota visto che il suo lavoro è un omaggio alla sua terra.

    La nascita della celebre località balneare risale al 1° giugno 1911, quando a Milano venne costituita la “Società Anonima Milano Marittima” e non è un dettaglio da poco che una città sulla riviera romagnola veda la luce nel capoluogo lombardo: l'illuminata borghesia meneghina voleva dar vita a una città mitica delle vacanze, con un centro urbano perfettamente integrato con la natura circostante. Non a caso Letizia Magnani dedica un paragrafo all'“Unicità della pineta”, che non poteva mancare. “Un paesaggio ideale per costruirci la città del sogno che Palanti ha in testa – racconta l'autrice – una città giardino sul modello della Garden city di Ebenezer Howard, ma nata non come gemmazione di un nuovo insediamento industriale bensì come luogo mitico della vacanza e del benessere”.

    “Il Palanti” citato dalla giornalista è il pittore Giuseppe Palanti: primo ideatore, sostenitore, promotore e realizzatore di un progetto pionieristico per quei tempi. Il ruolo degli artisti e degli intellettuali si rivelerà fondamentale per la nascita di Milano Marittima, perché l'hanno sponsorizzata prima che sorgesse e dopo ci sono andati in vacanza. Testimone è, ancora oggi, il premio letterario “Premio Amici di Cervia” e la cittadinanza onoraria conferita nel 1958 al Nobel Giuseppe Ungaretti. E si scopre che un altro Nobel, Grazia Deledda, chiama la località “paese del vento” e sua “seconda patria”.

    Il volume ripercorre questo legame speciale tra la Milano industriale (e anche seriosa, come se non ridesse mai) e il territorio di Cervia da cui nasce Milano Marittima (la versione solare e sbarazzina della società meneghina). Al centro ci sono le persone, quella intellighenzia che ha precorso i tempi, sognando e realizzando una nuova città rispettosa dell'ambiente (decenni prima del filone ecologista così tanto di moda adesso).
    Milano al Mare ci ricorda che la fondazione di una delle capitali del divertimento estivo italiano – oggi soprattutto movida e discoteche, calciatori e starlette – è avvenuta grazie a dei serissimi membri della buona borghesia milanese. Due mondi opposti. Ma il fascino di Milano Marittima, forse, è anche questo.