Un libro per l'estate / 5

Sgarbi d'amore per la Città Eterna

Simona Verrazzo

Quando Vittorio Sgarbi fa il critico d'arte, togliendosi da tutte le polemiche che spesso lo seguono, scrive volumi sull'immenso patrimonio artistico italiano che si leggono meglio dei romanzi. Quest'anno è tornato in libreria con un lavoro di oltre seicento pagine (per la precisione 636) interamente dedicato a Roma. Un vero mattone, verrebbe da dire, ma che in realtà – se si considera quanto la Città Eterna ha da offrire – alla fine non è poi così spesso.

    Quando Vittorio Sgarbi fa il critico d'arte, togliendosi da tutte le polemiche che spesso lo seguono, scrive volumi sull'immenso patrimonio artistico italiano che si leggono meglio dei romanzi. Quest'anno è tornato in libreria con un lavoro di oltre seicento pagine (per la precisione 636) interamente dedicato a Roma. Un vero mattone, verrebbe da dire, ma che in realtà – se si considera quanto la Città Eterna ha da offrire – alla fine non è poi così spesso. Con oltre 650 schede di autori e 1500 opere segnalate, "Le meraviglie di Roma dal Rinascimento ai giorni nostri" (Bompiani) è un volume che è utile al turistama anche al romano.

    Il lettore può scegliere il monumento o l'architetto che più preferisce. Ce n'è per tutti i gusti e – gradita sorpresa – c'è una particolare attenzione all'arte e alle archistar contemporanee: dal Palazzo della Civiltà del Lavoro di epoca fascista, ribattezzato dai romani Colosseo quadrato, all'Auditorium Parco della Musica di Renzo Piano, passando per il Palazzetto dello Sport del re del cemento armato, Pierluigi Nervi, o all'ormai celeberrimo Maxxi dell'irachena Zaha Hadid. Ma si tratta di arte e a queste opere architettoniche Sgarbi dedica l'attenzione che meritano, recuperandone il valore troppo spesso trascurato essendo edifici contemporanei.

    Scorrendo le schede delle diverse opere si finisce per esempio nella Moschea di Roma, quasi sempre ignorata perché non considerata parte del tesoro artistico della capitale. Invece è la più grande d'Europa e porta la firma di uno dei massimi architetti italiani: Paolo Portoghesi. L'archistar romana, assieme al collega iracheno Sami Mousawi, ha realizzato una struttura unica. “Rimane comunque opera – scrive Sgarbi – coerente nel proporsi, in particolare attraverso il rapporto fra strutture e decorazione e fra forma e simbolo, come sintesi tra occidente romano e oriente musulmano”.

    Ma la parte forse più piacevole da leggere anche stando seduti, perché con questo volume bisogna camminarci in giro per strada, sono le ‘Sei perlustrazioni nelle meraviglie di Roma'. Si tratta di sei percorsi che Sgarbi scrive in prima persona, come a voler accompagnare il lettore in un peregrinare non soltanto artistico, ma anche emotivo. La prima perlustrazione è dedicata a ‘Pietro Cavallini e la pittura del Trecento', c'è poi ‘Il barocco' e ancora ‘San Pietro in Montorio', il quarto percorso è per ‘La Galleria Borghese', quello successivo è su ‘Palazzo Massimo delle Colonne', mentre l'ultimo è ‘Dei contemporanei'.

    Leggendo questi sei itinerari si troveranno spesso espressioni come ‘riguarda il mio gusto' oppure ‘per il mio gusto'. Ed è proprio qui che sta l'unicità (e il bello) del lavoro di Sgarbi. Di libri d'arte su Roma ce ne sono a non finire, ma in questo caso il critico – e lo storico – sceglie proprio a suo gusto le opere, includendo ed escludendo, vale a dire mettendoci personalità, cosicché le pagine non assomigliano a quelle di un testo di scuola, ma a un vero cammino sentimentale, d'amore verso la Città Eterna. E il lettore apprezza.

    Le meraviglie di Roma dal Rinascimento ai giorni nostri
    Bompiani, pp 636, euro 22