Un libro per l'estate/ 4

Gli antenati dei Simpson sono in un libro degli anni Cinquanta

Simona Verrazzo

Per tutti quelli che dalle vacanze sono tornati subito dopo il Ferragosto, per quelli che invece stanno partendo, per quelli che faranno le ferie a settembre e per quelli rimasti a casa, il libro vacanziero del 2011 è soltanto uno: Vacanze matte, a firma dello statunitense Richard Powell. La casa editrice Einaudi ripubblica un volume uscito per la prima volta in Italia per la Garzanti nel 1967. Negli Stati Uniti questa chicca è uscita nel 1959, oltre mezzo secolo fa, eppure stiamo parlando di un libro che non passa mai di moda.

    Per tutti quelli che dalle vacanze sono tornati subito dopo il Ferragosto, per quelli che invece stanno partendo, per quelli che faranno le ferie a settembre e per quelli rimasti a casa, il libro vacanziero del 2011 è soltanto uno: Vacanze matte, a firma dello statunitense Richard Powell. La casa editrice Einaudi ripubblica un volume uscito per la prima volta in Italia per la Garzanti nel 1967. Negli Stati Uniti questa chicca è uscita nel 1959, oltre mezzo secolo fa, eppure stiamo parlando di un libro che non passa mai di moda, spassosissimo, quasi fuori di testa, un oggetto di culto (la parola ‘classico' dà troppo la sensazione di vecchio, mentre per ‘capolavoro' ognuno decida per sé).

    L'edizione dell'Einaudi
    è arricchita dall'introduzione di Francesco Piccolo, scrittore e sceneggiatore, che accompagna il lettore nell'universo dei Kwimper, la squinternata famiglia protagonista del romanzo, ribattezzata “gli antenati dei Simpson”.
    I Kwimper sono quattro, anzi cinque: il padre, il figlio ventiduenne Toby, i piccoli e pestiferi gemellini Eddy e Teddy, infine Holly Jones, “babysitter – scrive Piccolo – capitata per caso sia nella contea sia nel mestiere”. La contea in cui si muove questo improbabile quadretto è quella di Cranberry, nello stato del New Jersey.

    Il padre è afflitto da un problema
    esistenziale pressante: scaduta l'indennità di disoccupazione se tornare a lavorare per poi poterla nuovamente richiedere o se passare direttamente al sussidio generale. Mentre ci pensa i cinque partono per le vacanze. Il bello però succede al ritorno, quando improvvisamente Kwimper padre si trova davanti un cartello che vieta l'accesso alla strada che lui vorrebbe percorrere (e che, sempre per lui, è un'ottima scorciatoia). “ASSOLUTAMENTE VIETATO IL TRANSITO AL PUBBLICO”, comincia così il primo capitolo, “Ma, dopo tanti anni che prendeva l'indennità di disoccupazione e l'assistenza per i figli a carico e tutta quell'altra roba, papà mica si considerava Il Pubblico. La sua idea era d'essere più o meno una parte del governo, visto che ci lavorava insieme da tanto tempo: il governo gli dava una mano e lui faceva del suo meglio per dar da fare al governo e così renderlo felice”.

    Con questo incredibile inizio è facile immaginare il resto: la strada proibita si trasforma in una terra di nessuno dove i Kwimper mettono radici. E' la fine del sogno americano, spiega Piccolo, ma raccontato in chiave comica proprio grazie alla “insensatezza” dei suoi personaggi. Inutile stare a elencare le avventure dei Kwimper, che dovranno scontrarsi con tanti personaggi, a cominciare dal signor King, del Dipartimento dei lavori pubblici, che li definisce “una baraonda, l'esempio più evidente di combriccola da bassifondi”. Ma i nostri eroi se ne fregano, perché sanno di avere dalla loro parte lo stato, quello più grande e grosso, quello che li mantiene con sussidi e indennità.
    Il libro si conclude con una interessante postfazione (anche questa da leggere) di Luca Briasco, editor dell'Einaudi e tra i più grandi conoscitori della letteratura americana contemporanea, che ha curato il progetto e che spiega “le ragioni di un culto”, perché questo è Vacanze matte.