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Nell'albo d'oro di DSK spunta un'imbarazzata vecchia fiamma creola

Marina Valensise

L'intenzione era nobile: difendere Dominique Strauss-Kahn, il suo primo grande amore, ora che è alle prese con la giustizia americana. Ma il risultato è controverso. Marie Victorine M., 38 anni, di padre congolese e madre spagnola, una vaga rassomiglianza con Ornella Muti nel taglio degli occhi e nella bocca polposa, ma certamente non nell'incarnato creolo e nemmeno nella silhouette sovrappeso, è uscita allo scoperto.

    L'intenzione era nobile: difendere Dominique Strauss-Kahn, il suo primo grande amore, ora che è alle prese con la giustizia americana. Ma il risultato è controverso. Marie Victorine M., 38 anni, di padre congolese e madre spagnola, una vaga rassomiglianza con Ornella Muti nel taglio degli occhi e nella bocca polposa, ma certamente non nell'incarnato creolo e nemmeno nella silhouette sovrappeso, è uscita allo scoperto.

    Giurista internazionale, residente da due anni a Los Angeles, dopo aver lavorato alla sede Onu di Ginevra e alla Corte internazionale dell'Aja, è stata identificata da cronisti e investigatori americani, come una delle amanti di DSK, sulla base di una vecchia lettera scritta a suo padre. Sentendosi assediata per quella liaison clandestina di tredici anni fa, quando lei aveva 23 anni e l'allora sindaco socialista di Sarcelles 47,  ha deciso di lavorare d'anticipo, rilasciando ben due interviste: una alla televisione svizzera TSR, l'altra al settimanale della Svizzera francese, l'Illustré. Marie Victorine M. l'ha fatto perché è convinta che le accuse contro DSK appartengono al regno dell'inimmaginabile. “Non vedo proprio come l'uomo che ho conosciuto io abbia potuto gettarsi sulla cameriera del Sofitel, uscendo nudo dalla doccia”. Ma la pulsione improvvisa? – la incalzava il giornalista. “Posso anche capirlo, noi ci siamo conosciuti così, con un colpo di fulmine che è qualcosa di chimico”, ha ammesso l'amante creola di DSK, stando però attenta a distinguere la foga passionale dell'amore fisico dalla violenza bruta. “Dominique non è il tipo che ha bisogno di usare la forza, è un seduttore, un tipo molto fisico al quale basta far leva sul suo fascino”.

    Ha detto pure di essere stata contattata dall'avvocato di Nafissatou Diallo, la donna che oggi accusa DSK di aggressione sessuale e tentato stupro al Sofitel. Kenneth Thomson le avrebbe posto una serie di domande “salaci, brutali e chirurgiche”, proponendole di incontrare pure la sua cliente. Marie Victorine M. si è detta pronta a testimoniare in tribunale a New York, e per esercitarsi ha già iniziato a spiattellare per filo e per segno i dettagli della love story con DSK: il primo incontro, una domenica di febbraio del 1997, nei saloni del comune di Sarcelles dove lei accompagnava il padre militante, lo sguardo fulminante che le lanciò il sindaco dal palco, primo incontro di lì a poco, lo scambio dei numeri di telefono, poi la chiamata, l'appuntamento al bar di un grande albergo al Parc Monceau e il pomeriggio torrido di passione.

    L'intenso idillio fu coltivato per vari mesi, depistando le guardie del corpo di lui che nel frattempo era diventato ministro, dandosi appuntamento in case di amici, ma anche al Sofitel di Parigi, fino alla rottura nell'ottobre 1998, seguita da un tentativo di suicidio da parte di lei e preceduta, forse, da un aborto. Sul tema, però, l'ex amante di DSK ha opposto un no comment sia al giornalista svizzero sia all'avvocato americano. E quando le hanno fatto notare che la sua testimonianza può rovesciarsi a favore di Nafissatou Diallo, si è un subito smarrita, invocando il beneficio del dubbio. Il romanzo continua in vista dell'udienza del 23.