Perché Murdoch ha scelto Mockridge

Daniele Raineri

Ci sono tre indizi per spiegare perché Rupert Murdoch ha guardato sulla mappa del suo impero e tra tutti ha scelto “l'italiano”, Tom Mockridge, ad di Sky Italia, per metterlo al posto della rossa Rebekah Brooks, la prediletta, una che quando i giornali cinque giorni fa hanno chiesto allo squalo di che cosa si preoccupasse nel mezzo della crisi, quello ha risposto “di lei, è la mia priorità”; lei che nuota così vicina da scatenare le gelosie persino dei figli e che ieri però ha dato le dimissioni. 

    Ci sono tre indizi per spiegare perché Rupert Murdoch ha guardato sulla mappa del suo impero e tra tutti ha scelto “l'italiano”, Tom Mockridge, ad di Sky Italia, per metterlo al posto della rossa Rebekah Brooks, la prediletta, una che quando i giornali cinque giorni fa hanno chiesto allo squalo di che cosa si preoccupasse nel mezzo della crisi, quello ha risposto “di lei, è la mia priorità”; lei che nuota così vicina da scatenare le gelosie persino dei figli e che ieri però ha dato le dimissioni.
    Arriva Tom Mockridge e ha fama di uomo integerrimo, “è la persona giusta per garantire un futuro migliore” – dice il figlio di Murdoch, James – a News International, travolta dalla melma dello scandalo intercettazioni. “Tom” – il neozelandese preferisce lo stile diretto sul lavoro – sembra il più adatto per disperdere i fumi sporchi attorno ai tabloid di Murdoch. Così squadrato che in dieci anni di seguito al comando del secondo più potente polo televisivo in Italia s'è mantenuto impermeabile ai pettegolezzi e assente con orgoglio dalla scena pubblica. Ma è ubiquo ai casi dentro l'azienda, uno – tanto per dare l'idea – che nella sede Sky di Milano Santa Giulia era seduto dentro un ufficio dalle pareti trasparenti in vetro – roba da far drizzare i capelli all'ultimo dei capiservizio Rai. Un mese fa Mockridge il puro ha scritto una lettera al Corriere della Sera sullo scandalo del calcio scommesse che oggi fa ridere. “Il primo piano di una nostra telecamera che riprende lo sconforto di un difensore, reso ancora più realistico dall'alta definizione, non può essere una messa in scena”. Ora corre a sistemare il disastro di etica profanata compiuto dai colleghi.

    Il secondo indizio lo spiega Tullio Camiglieri – Mockridge non ha mai imparato l'italiano, il compito di rappresentare l'azienda in pubblico fu assegnato a Camiglieri, ex responsabile della Comunicazione fino al 2008. “Il neozelandese macina ostacoli”. E' così bravo che in effetti, dal punto di vista dei numeri, questa nomina è una retrocessione: il settore dei tabloid inglesi rispetto a Sky Italia muove soltanto la metà dei soldi. Alcune battaglie epiche vinte, sotto il solito manto dell'understatement, sono: quella contro la pirateria che ha affondato Stream e Telepiù grazie all'imposizione sul mercato di un nuovo decoder, a dispetto – spiega Camiglieri al Foglio – del parere scettico degli analisti: “Gli italiani non pagheranno per vedere la tv”; la conquista dei diritti per i Mondiali di calcio 2006, che poi – non c'è bisogno di ricordarlo – furono un trionfo nazionale; la campagna politica contro la tassa sul porno, che andava a colpire un settore particolarmente redditizio (i film costano poco, l'ingordigia degli abbonati è illimitata); la creazione del canale all news Sky Tg24, anche quella a dispetto delle previsioni pessimiste, “in Italia la gente ha già i telegiornali”.

    Il terzo indizio riguarda il futuro dell'impero Murdoch.
    I sentimentalismi sulla carta stampata, che “un giorno sparirà, ma l'ultimo giornale sarà uno dei nostri” – dice Rupert – in realtà non contano. Conta la conquista della quota di maggioranza della rete a pagamento inglese BSkyB, conquista per ora congelata causa ondata di fango su News Corp. Mockridge, che come tutti i migliori nell'acquario del tycoon è stato anche un giornalista da carta stampata – iniziò come praticante al Taranaki News – e uno spin doctor – al fianco del ministro laburista autraliano Paul Keating – in Italia ha fatto un apprendistato ineguagliato tra le difficoltà e gli intrallazzi del Palazzo e quelli similmente complicati del calcio. Frequentava con discrezione tutti i politici – dice una fonte al Foglio – da D'Alema a Fini, anche se naturalmente si trovava meglio, per il solito maledetto problema, con i pochi che sanno parlare bene inglese, per esempio con Paolo Gentiloni, che per il Partito democratico s'è occupato di riforma del sistema televisivo. Veterano indurito del sistema Italia – Mockridge considera il nostro un paese del Terzo mondo, nonostante le seconde nozze con una ragazza di Brescia – ora sfrutterà il suo apprendistato in Gran Bretagna. Il premier imbarazzato David Cameron, che ora vota contro Murdoch, non sarà un rivale coriaceo come “gli amici di Cologno”. Londra è uno scherzo in confronto a Roma, dove c'era un governo che incarnava anche il suo diretto concorrente sul mercato.

    • Daniele Raineri
    • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)