Italia contro Germania

L'Europa taglia i viveri alle associazioni che aiutano chi ha fame

Giulia De Matteo

Le sorti di 3 milioni di poveri in Europa sono all'ordine del giorno della riunione di oggi dei ministri dell'Agricoltura europei, convocata dopo la decisione della Commissione europea di decurtare i fondi del Programma comunitario di aiuti alimentari (Pead) da 500 milioni di euro a 113, cioè dell'80 per cento, a partire dal 2012. L'impatto dei tagli rischia di compromettere soprattutto il lavoro della Federazione Europea dei Banchi Alimentari (Feba), di cui fanno parte 232 banchi alimentari in Europa.

    Le sorti di 3 milioni di poveri in Europa sono all'ordine del giorno della riunione di oggi dei ministri dell'Agricoltura europei, convocata dopo la decisione della Commissione europea di decurtare i fondi del Programma comunitario di aiuti alimentari (Pead) da 500 milioni di euro a 113, cioè dell'80 per cento, a partire dal 2012. L'impatto dei tagli rischia di compromettere soprattutto il lavoro della Federazione Europea dei Banchi Alimentari (Feba), che unisce i 232 banchi alimentari attivi in Europa, la cui opera consiste nel recupero degli alimenti che i grandi supermercati eliminerebbero, perché in eccesso o perché hanno piccole imperfezioni di presentazione, e nella redistribuzione a enti o associazioni in contatto con situazioni di povertà estrema.

    Ogni anno, dal 1987, l'Europa assegna uno stanziamento, che ultimamente è di 500 milioni di euro, agli stati che intendono procedere alla distribuzione dei beni alimentari agli indigenti attraverso le organizzazioni caritative. Nessuno paese è obbligato a partecipare, ma ad oggi sono 21 i paesi che hanno applicato il programma. Con questo sistema solo nel 2010 le banche del cibo hanno distribuito 360 tonnellate di alimenti nei 21 stati aderenti, dove si calcola che 43 milioni di persone non sono in grado di provvedere quotidianamente ai loro bisogni alimentari.

    Il boicottaggio dei fondi destinati ai banchi alimentari
    è avvenuta per iniziativa della Germania, sostenuta da altri sette paesi (tra cui Svezia, Repubblica Ceca, Austria, Olanda e Danimarca), che ha presentato un ricorso contro l'utilizzo di fondi comunitari per l'acquisto di deterrete alimentari dal mercato e non dagli stock alimentari, come previsto in origine dal regolamento. L'opzione per superare questo empasse giuridico, su cui la Corte di Giustizia ha già subordinato la prosecuzione del programma, è oggi all'esame dei ministri dell'Agricoltura. Il Capo Dipartimento delle politiche europee e internazionali del ministero dell'Agricoltura, Mario Catania, ieri ha annunciato: “L'Italia, sostenuta da altre quindici delegazioni, chiederà al Consiglio europeo di adottare un nuovo regolamento in modo da poter proseguire già dal prossimo anno con il Programma europeo di Aiuto alimentare con un finanziamento di 500 milioni di euro, come era fino a oggi, acquistando i prodotti sul mercato. La misura di sostegno agli indigenti costituisce un ponte tra le esigenze e gli interessi degli agricoltori europei e le necessità di venire incontro a milioni di indigenti presenti”.

    Il segretario generale della Federazione Europea dei banchi alimentari, Aude Alston, ha lanciato un appello ai ministri riunitisi oggi: ''Chiediamo loro di assicurare la disponibilità degli aiuti alimentari europei ai livelli attuali, attraverso il continuo uso delle scorte alimentari integrati, quando necessario, da acquisti sul mercato. Bisogna intevenre subito: c'è il rischio di un crisi seria, 43 milioni di persone non possono permettersi un pasto adeguato ogni due giorni".

    Per Il vice presidente del
    Banco Alimentare italiano, Andrea Giussani, “questa circostanza indicherà se gli stati membri dell'Unione europea sono più propensi a preoccuparsi di regole, qualunque esse siano, oppure dei poveri e delle conseguenze drammatiche che tali regole hanno sulla loro esistenza”.