La pazza idea della giunta veneta

Provetta gratis fino a cinquant'anni

Valentina Fizzotti

La giunta del Veneto ha deciso all'unanimità di “regalare” la fecondazione assistita alle donne fino ai cinquant'anni, mettendola a carico del sistema sanitario nazionale. A muovere il cuore dell'assessore regionale alla Sanità Luca Coletto verso le “pazienti più grandi” è stato anche il caso di Gianna Nannini, la cantante diventata madre a 54 anni (anche se si mormora che in realtà ne abbia almeno uno di più), “che testimonia la possibilità di procreare anche nella maturità”.

    La giunta del Veneto ha deciso all'unanimità di “regalare” la fecondazione assistita alle donne fino ai cinquant'anni, mettendola a carico del sistema sanitario nazionale. A muovere il cuore dell'assessore regionale alla Sanità Luca Coletto verso le “pazienti più grandi” è stato anche il caso di Gianna Nannini, la cantante diventata madre a 54 anni (anche se si mormora che in realtà ne abbia almeno uno di più), “che testimonia la possibilità di procreare anche nella maturità”. L'idea ha suscitato la repentina ammirazione del sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, leghista e veneta doc, che plaude alla “scelta di grande civiltà” a favore delle donne, che hanno un'aspettativa di vita più lunga di prima e si trovano a fare figli sempre più tardi. “Nei paesi più avanzati in Europa”, ha dichiarato, i cinquant'anni sono un limite accettabile “e la scienza oggi ci aiuta moltissimo”. Peccato che i primi a protestare siano stati i membri del gruppo tecnico-scientifico (medici esperti) che la regione aveva convocato per un parere.

    Secondo gli specialisti, il limite da adottare è 43 anni. Non soltanto le loro indicazioni sono state accantonate in nome “dei desideri della gente”, ma si è deciso anche di ignorare le linee guida nazionali in materia, ed equiparare infertilità e sterilità: per accelerare le cose e “incoraggiare le aspettative” le coppie potranno avviare accertamenti e procedure già dopo un anno di rapporti non protetti e senza risultati.

    Per “razionalizzare le risorse” poi, ché da qualche parte bisognerà pure risparmiare, tranne che nei casi a rischio gli interventi si svolgeranno in ambulatorio e non più in ricovero. Secondo i medici, però, i risultati saranno soltanto un grande spreco di soldi per procedure con basse speranze di successo e a ingolfare le liste d'attesa. Il Veneto si candida così a diventare una meta del turismo sanitario interregionale (visto che altre regioni hanno posto più ragionevoli limiti di età), con grande gioia delle strutture che riceveranno i rimborsi (e pazienza se i successi a quell'età sono quasi inesistenti). La legge 40, che regola la materia in Italia, si riferisce a un'“età potenzialmente fertile”.

    Le evidenze scientifiche sono chiarissime: dopo i 35 anni le probabilità di rimanere incinta diminuiscono, con la fine dell'ovulazione serve un miracolo (da laboratorio: bisogna prendere ovociti altrui) ed è rarissimo che una donna sia ancora fertile a cinquant'anni. Chissà, magari la Nannini è una fra queste mosche bianche e ha scelto di sottoporsi alla Fiv a Londra per puro amore di privacy, e non perché in Inghilterra è consentita la fecondazione eterologa, quella che usa anche ovuli che non appartengono alla madre. Ma è un “caso” che difficilmente può “testimoniare la possibilità di procreare anche nella maturità”.

    Nel Regno Unito, dove dal 2005 non c'è più limite d'età e ogni clinica opera a suo piacimento, il sistema sanitario nazionale raccomanda la fecondazione in vitro entro i 40 anni perché sia efficace, e poi non la rimborsa più. In Francia lo stato copre le spese soltanto fino ai 43 anni. Alcuni studi, poi, come quello sulla fecondazione artificiale nelle politiche demografiche diffuso nel 2006 dal think tank Rand Europe, dimostrano che rendere gratis la procreazione assistita spinge le donne ad aspettare sempre di più, con risultati negativi per la crescita della popolazione. In Germania – dove l'assistenza sanitaria è molto generosa e il ministro della Famiglia, Kristina Schröder, ha proposto di sovvenzionare le Fiv per invertire uno dei tassi di natalità più bassi d'Europa – le signore che vogliono un figlio dopo i 40 anni devono pagarsi il trattamento da sole. Oppure andare in Repubblica ceca a cercare i freschi ovuli di una ventenne.