Chi è Mr.Groupon, l'obamiano miliardario che fa sognare Wall Street

Michele Masneri

Avanti il prossimo: Wall Street si prepara a un'altra grande “Ipo”, cioè Initial public offering, quella di Groupon, società con solo due anni di vita. Un collocamento da almeno 750 milioni di dollari, che valuta la compagnia dei tagliandi sconto una cifra iperbolica vicino a 20 miliardi di dollari e che renderebbe il suo fondatore Andrew Mason, ventinovenne di Pittsburgh, Pennsylvania, l'ennesimo baby miliardario della nuova rivoluzione web che secondo gli apocalittici sfumerà in una nuova bolla dot com.

    Avanti il prossimo: Wall Street si prepara a un'altra grande “Ipo”, cioè Initial public offering, quella di Groupon, società con solo due anni di vita. Un collocamento da almeno 750 milioni di dollari, che valuta la compagnia dei tagliandi sconto una cifra iperbolica vicino a 20 miliardi di dollari e che renderebbe il suo fondatore Andrew Mason, ventinovenne di Pittsburgh, Pennsylvania, l'ennesimo baby miliardario della nuova rivoluzione web che secondo gli apocalittici sfumerà in una nuova bolla dot com.

    In realtà Groupon e il suo fondatore e Ceo hanno poco a che fare con il Web, e sono molto più vicini alla old economy di quanto si pensi. A partire dal modello di business, un sistema di tagliandi promozionali per usufruire a prezzi stracciati di un dentista, di una ceretta, di un weekend per due persone o di una lezione d'inglese. Purché ci sia un numero sufficiente di persone, altrimenti l'affare non si fa. Groupon si prende il 50 per cento dei deal effettuati, ed è la sintesi culturale degli ultimi 30 anni di marketing: un po' il vecchio sistema di vendita Avon in cui le signore radunavano le amiche per il tè “con dimostrazione”, un po' i gruppi di acquisto che spopolano tra i radicalchic biologici e i nuovi campagnoli urbani, che comprano riso e arance in gruppo per risparmiare. E se Groupon (crasi di “Group” più “coupon”) è la prima realizzazione della profezia di Mark Zuckerberg secondo cui in futuro il business sarà solo “sociale”, è anche la prima realtà Internet a sfruttare davvero l'economia locale.

    Altro che new economy: è un risultato cui nemmeno Google con i suoi sistemi “local” è riuscita ad arrivare, tanto che nei mesi scorsi l'azienda di Mountain View ha lanciato un'offerta (rifiutata) da 6 miliardi di dollari per acquistare il gruppo di Andrew Mason. Anche lui è pochissimo “new”. Figlio di un tagliatore di diamanti e di una fotografa di Pittsburgh, si trasferì a Chicago per studiare musica alla Northwestern (diplomato in pianoforte, ma aveva una band che lui definisce “un terzo pop, un terzo Cat Stevens, un terzo Beatles”) e per un po' sogna di fare la rockstar, poi rinuncia e si mette a lavorare. Prima porta ciambelle a domicilio, quindi diventa programmatore in un'azienda di gadget, infine il salto con il sito ThePoint, inventato per essere un luogo dove si firmano petizioni online.

    Mason si rende però conto che una delle maggiori richieste della gente non è quella della pace nel mondo ma di fare shopping a prezzi scontati, e così nel 2009 nasce Groupon. Serioso, un po' sovrappeso, Mason si veste con formali completi gessati ed è il figlio perfetto della generazione di Woodstock e del '68. Sul suo blog si dice obamiano, lettore del New Yorker e possessore di una Toyota Prius: più che un giovane guru sembra un trentenne borghese uscito da un libro di Jonathan Franzen.