That win the best - La rubrica del Foglio sul calcio inglese

Ferguson come i retroscenisti di Repubblica, Mancini pronto per la Juve

Jack O'Malley

“Se vinciamo la Premier possiamo vincere la coppa”, ha detto un po' di tempo fa Ferguson (e se non l'ha detto lo ha pensato, come direbbe un retroscenista di Repubblica). Tutta Manchester gode, in questi giorni. Il City è riuscita finalmente a coronare il suo sogno, frutto anche di spese oculate e scelte azzeccate negli ultimi anni: diventare forte come il Palermo spendendo quanto il Real Madrid. La notizia non è tanto che il West Ham United è retrocesso. E nemmeno che l'allenatore Avram Grant è stato esonerato.

    Più che per la gloria e l'albo d'oro, il diciannovesimo titolo del Manchester United  (dodicesimo in meno di vent'anni) serve a caricare la squadra per la sfida dell'anno, la finale di Champions League contro il Barcellona che si giocherà a Wembley. “Se vinciamo la Premier possiamo vincere la coppa”, ha detto un po' di tempo fa Ferguson (e se non l'ha detto lo ha pensato, come direbbe un retroscenista di Repubblica). Certo un rigore come quello dell'1-1 decisivo contro il Blackburn in Europa al massimo lo danno agli acrobati del circo blaugrana, non ai seri faticatori rossi. Il Chelsea non ha avuto le forze per stare dietro ai Red Devils, si è illuso fino a qualche giornata fa, e dopo l'illusione la caduta è stata più fragorosa. Hanno vinto i migliori, come direbbe Giampiero Galeazzi in un moto di originalità, e i tifosi dello United si godono anche il sorpasso sul Liverpool, fermo da ventun anni a quota diciotto titoli come un'Inter qualunque. Se fossi un tifoso del Manchester, avessi un blog e avessi dodici anni, pubblicherei un post con il video dell'“Hallelujah” di Händel per festeggiare. Sì, proprio come ha fatto Vittorio Zucconi sul suo blog per la vittoria di Pisapia.

    Tutta Manchester gode, in questi giorni.
    Il City è riuscita finalmente a coronare il suo sogno, frutto anche di spese oculate e scelte azzeccate negli ultimi anni: diventare forte come il Palermo spendendo quanto il Real Madrid. La finale di FA Cup contro i “vasai” dello Stoke City aveva sì il fascino unico del calcio inglese, ma senza lieto fine. Un match più piatto di un libro di Severgnini, in cui i tifosi dei Potters hanno tratto maggiori soddisfazioni dalla birra sorseggiata prima del fischio di inizio e dopo il quello finale. Basta l'1-0 a Mancini per riportare il trofeo in una bacheca che prendeva polvere da quarant'anni. A questo punto è pronto per far vincere la Coppa Italia alla Juve.

    La notizia non è tanto che il West Ham United è retrocesso.
    E nemmeno che l'allenatore Avram Grant è stato esonerato – ex manager di Chelsea e Portsmouth, Grant aveva firmato un contratto di quattro anni con il club l'estate scorsa ma il suo tempo è inevitabilmente scaduto. La notizia è un'altra e riguarda Demba Ba, da qualche ora idolo del sottoscritto. Ventincinque anni, senegalese, attaccante statuario, Demba Ba dopo la sconfitta in casa del Wigan per 3-2 che ha sancito la retrocessione in Championship del suo team era al ristorante al Grosvenor House Hotel di Londra coi compagni. Un tifoso si è avvicinato e gli ha chiesto un autografo. Demba Ba l'ha guiardato e poi ha rifiutato dicendo: “Sono troppo stanco”. Il tifoso si è inalberato ed è scoppiata una gran rissa con piatti e bicchieri lanciati in sala. Tutto è terminato quando sono arrivate due volanti della Metropolitan Police. Voglio dire: è chiaro che Demba Ba ha fatto una battuta. E il tifoso, al posto di capirlo, ha deciso di menarlo senza lasciargli il tempo di spiegare.