La Repubblica del signor Nessuno

Giuliano Ferrara

La democrazia è fatta così, e dispiace per i suoi arcigni e sospettosi protettori dell'establishment, sempre pronti al dileggio. Un deputato di 56 anni, di professione insegnante, laureato in sociologia, con esperienze di sindaco molto amato dai cittadini, già democristiano e da tempo nell'impresa moderata di Forza Italia e del Popolo delle libertà, propone di cambiare l'articolo 1 della Costituzione. Ne ha facoltà, come si dice in parlamento.

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    La democrazia è fatta così, e dispiace per i suoi arcigni e sospettosi protettori dell'establishment, sempre pronti al dileggio. Un deputato di 56 anni, di professione insegnante, laureato in sociologia, con esperienze di sindaco molto amato dai cittadini, già democristiano e da tempo nell'impresa moderata di Forza Italia e del Popolo delle libertà, propone di cambiare l'articolo 1 della Costituzione. Ne ha facoltà, come si dice in parlamento. Vuole una definizione identitaria che, salvando il valore simbolico di una “Repubblica fondata sul lavoro” e di una sovranità che “appartiene al popolo, il quale la esercita nei limiti e nelle forme della Costituzione” (attuale articolo 1), specifichi meglio che la sorgente del potere di fare le leggi è nelle Camere, l'unica istituzione elettiva nazionale depositaria di una titolarità generale (né i magistrati né il capo dello stato e tantomeno i giornalisti sono eletti).

    Si capisce che nel giro di una opposizione al tiranno in cui pullulano poverelli che vorrebbero, nell'interesse generale, “congelare le Camere con un atto di forza dall'alto”, sponsorizzato e imposto da polizia e carabinieri, la Repubblica di Remigio Ceroni, autore della proposta, non piaccia. Quando si fece la Costituzione, erano i comunisti e i cattolici sociali, forze popolari decisive nell'Italia di allora, a spingere per formule sovraniste e parlamentariste contro i liberali, allora piccola minoranza colta, che puntavano sui limiti da imporre alla maggioranza e sul bilanciamento dei poteri elettivi con quelli di garanzia non dipendenti dal consenso popolare. Ora è l'opposto.

    I postcomunisti e i postcattolici sociali, al laccio della lobby di Repubblica, deridono il parlamento e chi lo difende, parlando della “Repubblica di Scilipoti”, o facendo di peggio, mentre i liberali, diventati partito di massa, si esprimono come allora facevano il Pci e i cattolici popolari. La dittatura della maggioranza è un incubo, inverato in Europa dal socialismo ciudadano di Zapatero, il premier spagnolo per il quale è giusto solo quel che decide la maggioranza del popolo. Ma il tentativo di “congelare le Camere” con le interviste di Asor Rosa e le sentenze della Corte costituzionale, alla fine può produrre, e non è detto che sia un male, la Repubblica di Remigio, il signor Nessuno che ha messo democraticamente il dito nella piaga.

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    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.