That win the best - La rubrica del Foglio sul calcio inglese

Scusa caro Severgnini, ma il crollo dello United non l'avevo considerato

Jack O'Malley

Beppe Severgnini mi scuserà se chiedo scusa (apprendo da una sua rubrica sul Corriere.it che la parola scusa in Italia è abusata, non ne sapevo nulla) ma questa proprio non l'avrei mai azzeccata. A mezza Inghilterra è andata la birra di traverso in quei cinque minuti di allucinazione collettiva nel finale di Arsenal-Liverpool. Roberto Di Matteo c'aveva visto giusto quando, ancora allenatore del West Bromwich Albion, aveva messo in panchina il portiere Carson.

    Beppe Severgnini mi scuserà se chiedo scusa (apprendo da una sua rubrica sul Corriere.it che la parola scusa in Italia è abusata, non ne sapevo nulla) ma questa proprio non l'avrei mai azzeccata. Non avrei azzeccato che Mancini sarebbe uscito dal derby di FA cup ballando sulle ceneri del Manchester United, la squadra che guida con agio la Premier e che si permette di schiaffeggiare il Chelsea in Champions. E' vero: i blues sono le parodie di loro stessi, ma Sir Alex Ferguson è pur sempre la volpe più furba d'Inghilterra e Giggs cammina sulle acque; il derby nella semifinale di coppa doveva essere uno scherzo. Invece il Manchester City non solo ha vinto (1-0, gol di Yaya Touré) ma ha anche appallottolato l'avversario come un giornale vecchio. Sulla sponda del City dicono che sia l'inizio di un'epoca; su quella dello United non seguono Severgnini, quindi chiedono scusa. Inflazionati.

    A mezza Inghilterra è andata la birra di traverso in quei cinque minuti di allucinazione collettiva nel finale di Arsenal-Liverpool. Dopo una partita tutta tibie e polmoni, al minuto 97' Fabregas va giù in area e Van Persie la mette in fondo al sacco. Gli occhi di Arsene Wenger dicevano “tutti a casa olè” ma ancora il piatto più amaro per lui doveva essere servito. Minuto 101' circa, punizione per il Liverpool da sedici metri esatti. Suarez la spara sulla barriera, la palla schizza verso la linea di fondo, Lucas la rincorre ma dietro di lui arriva con troppa foga Eboue che lo spinge mentre lui si avviava verso il nulla. Rigore, ancora. Kuyt firma la beffa dell'Arsenal. Fossi Eboue chiederei a Scotland Yard di inserirmi in un programma di protezione testimoni.

    Roberto Di Matteo c'aveva visto giusto quando, ancora allenatore del West Bromwich Albion, aveva messo in panchina il portiere Carson. Venne criticato per quella scelta. Ieri ha dimostrato che aveva ragione. Contro il Chelsea è stato disatroso. Il Wba vinceva uno a zero in casa. Al 22' arriva in area un innocuo traversone dalla sinistra. Carson esce in modo goffo, cicca la palla, e dopo una carambola Drogba fa gol. Poi un tiro debole e angolato di Drogba. Carson non blocca ma respinge in modo affannoso. Palla sui piedi di Kalou che segna. Poco dopo c'è una punizione per il Chelsea. Un tiro centrale che chiunque avrebbe fermato senza problemi. Non Carson, che per impressionare non si sa chi s'inventa un volo d'angelo e mette la palla in angolo. Si alza con la faccia di chi dice: “Visto come sono bravo?”. “Bravo, bravo”, gli ha risposto il pubblico alzandosi in piedi e applaudendolo come si applaude un pagliaccio.