That win the best - La rubrica del Foglio sul calcio inglese

Da giovane ero come Nani, da grande non sarò come Enrico Varriale

Jack O'Malley

Quando giocavo nelle giovanili dello Sheffield United la cosa che mi faceva godere di più era vedere un compagno segnare grazie a un mio passaggio. Hennessey è il portiere gallese del Wolverhampton. Sabato ne ha presi tre dall'Everton ma ha comunque fatto una gran partita neutralizzando almeno 4-5 palle gol dei Toffies, ma nulla potendo contro le tre perle di Beckford, Neville e Bilyaletdinov. L'allenatore del Tottenham credeva che dopo le mazzate prese a Madrid i suoi si comportassero come coniglietti sulla strada sorpresi dai fari dell'auto.

    Quando giocavo nelle giovanili dello Sheffield United la cosa che mi faceva godere di più era vedere un compagno segnare grazie a un mio passaggio. Nessun altruismo, solo la consapevolezza che spingere la palla in rete da pochi passi fosse infinitamente più facile che fare arrivare con un assist quella palla a pochi centimetri dalla linea. Volete mettere la soddisfazione di corteggiare una ragazza invece che frequentarne una che la dà via più facilmente di quanto in Italia si danno cartellini rossi a Ibra e si annullano gol regolari all'Udinese? Per questo posso capire la gioia di Nani, che sabato a Old Trafford ha architettato i due gol con cui lo United ha battuto il Fulham, quelli di Berbatov e di Valencia (più vicino a essere l'erede del Portaluppi romanista che di Cristiano Ronaldo). Prima ha dribblato un paio di avversari, triangolato con Anderson e, cadendo, servito Berbatov che ha addirittura sorriso dopo il gol dell'1-0. Poi ha corso veloce a sinistra, anticipato Schwarzer (più che in uscita il portiere del Fulham sembrava in spiaggia), è rientrato verso il centro dell'area e con un cucchiaio (deviato da un difensore) ha servito Valencia: 2-0 e titolo quasi vinto. Quando hai uno come Nani in squadra puoi permetterti anche di giocare senza Rooney. Come succedeva alle giovanili dello Sheffield con me, per capirci.

    Hennessey è il portiere gallese del Wolverhampton. Sabato ne ha presi tre dall'Everton ma ha comunque fatto una gran partita neutralizzando almeno 4-5 palle gol dei Toffies, ma nulla potendo contro le tre perle di Beckford, Neville e Bilyaletdinov. Gara bellissima, con i sostenitori dei Wolves mai domi nonostante la sconfitta già definitiva alla fine del primo tempo. Bene anche l'arbitro che ha avuto il buon gusto di fischiare pochissimo. Nel secondo tempo il Wolverhampton ha tenuto molto la palla cercando almeno il gol della bandiera che non è arrivato. Se fossimo stati in Italia Bruno Gentili avrebbe dato la parola a Enrico Varriale che avrebbe cercato di intrattenere il pubblico con le sue “note di colore”, perché tanto poco si sarebbe potuto cavare da una partita ferma sullo zero a tre. Ma per fortuna non eravamo in Italia. I Wolves hanno continuato a metterci il cuore e la partita è rimasta bellissima. Così i Toffies hanno sfiorato il poker con Anichebe, che non è riuscito a sfruttare a dovere il perfetto assist del neo entrato Vellios.

    L'allenatore del Tottenham credeva che dopo le mazzate prese a Madrid i suoi si comportassero come coniglietti sulla strada sorpresi dai fari dell'auto. E Crouch più coniglietto di tutti visto che nella sconfitta con l'armata filosofica al Bernabeu è stato espulso come un Chivu qualunque. Tutto il contrario. Contro lo Stoke City l'attaccante più filiforme della Premier l'ha messa dentro due volte e gli Spurs sono usciti con tre punti (risultato finale: 3-2) che li tengono agganciati al gruppo della Champions. Ma nel quartiere di Tottenham l'argomento di conversazione ricorrente è un altro, ovvero se riproporre mercoledì il coro contro Adebayor sentito all'andata, quello che fa, cito testualmente: “Tuo padre lava gli elefanti, tua madre è una puttana”. Il club ha diffidato i suoi dal ripetere l'orrore, le associazioni contro il razzismo si sono imbufalite, ma alcuni linguisti della curva ritengono che sia soltanto offensivo, non razzista. Fossi un politologo direi con faccia preoccupata che sull'argomento regna il plebiscitarismo democratico; per fortuna non lo sono e posso lasciare il piacere a Nadia Urbinati.