That win the best - La rubrica del Foglio sul calcio inglese

A Liverpool i tifosi godono per Kuyt come D'Avanzo per le intercettazioni

Jack O'Malley

La tripletta più facile della storia del calcio. Kuyt si porta a casa il pallone e conferma la natura bipolare del Liverpool, grande con le grandi e suicida con le piccole. Domenica pomeriggio davanti alla capolista Manchester United lo stadio di Anfield era eccitato come D'Avanzo davanti a un plico di intercettazioni. Per fortuna Fletcher c'è. Lo scozzese del Wolverhampton era stato mandato in campo da pochi minuti contro il Tottenham. La missione era impossibile: trovare il pareggio contro gli Spurs che a tre minuti dalla fine conducevano 3- 2 e che, dalla loro, avevano l'arbitro.

    La tripletta più facile della storia del calcio. Kuyt si porta a casa il pallone e conferma la natura bipolare del Liverpool, grande con le grandi e suicida con le piccole. Domenica pomeriggio davanti alla capolista Manchester United lo stadio di Anfield era eccitato come D'Avanzo davanti a un plico di intercettazioni. I tifosi avevano le loro ragioni: un Liverpool così non si vedeva da tempo. Il primo gol è un furto in piena regola: nel senso che Kuyt sottrae a Suarez una rete che avrebbe fatto impallidire la misera serpentina di Eto'o contro le sagome cartonate del Genoa. Nonostante il ciuffo impresentabile, l'ex attaccante dell'Ajax dribbla tutta la difesa dello United e appoggia in porta. Sulla linea di porta si avventa Kuyt che tira fortissimo. 1-0. Per il secondo gol Kuyt la fa più difficile: il colpo di testa vincente avviene a mezzo metro dalla linea di porta. Ma è l'assist man che fa notizia: Nani. L'esterno dei Red Devils sbagli a rinviare il pallone, e regala una parabola imprendibile per la sua difesa e perfetta per Kuyt. Prima del 3-0 c'è il tempo per un paio di risse da pub a metà campo. Dopo una di queste Nani esce in barella grazie a un'entrata di Carragher che gli tatua il proprio numero di scarpe sulla caviglia. L'unico che gioca dello United è Giggs, ma non basta. Kuyt ha ancora il tempo di ribattere in rete una respinta oscena di Van der Sar su punizione di Gerrard. Questa volta la distanza dalla linea è di un metro. A nulla serve il gol della bandiera per gli ospiti, siglato da Hernandez proprio allo scadere del tempo regolamentare (vi è piaciuta questa chiusura in stile “Novantesimo minuto”?). Ora l'Arsenal è a tre punti dai ragazzi di Ferguson, ma ha una partita in meno. Considerando che i Gunners soffrono di ansia da prestazione da almeno sei anni, l'aggancio non sarà così facile.

    Per fortuna Fletcher c'è. Lo scozzese del Wolverhampton era stato mandato in campo da pochi minuti contro il Tottenham. La missione era impossibile: trovare il pareggio contro gli Spurs che a tre minuti dalla fine conducevano 3- 2 e che, dalla loro, avevano l'arbitro. Il numero uno del Tottenham, Gomes, si era da poco alzato in area a raccogliere un cross dalla destra. Atterrando aveva perso la palla che era carambolata sulla schiena di Stearman – che passava di lì per caso e a tutto pensava tranne che a segnare – ed era finita in rete. Gol regolare. Non così per l'arbitro. Ma Fletcher con un gran colpo di testa prima del fischio finale ha sistemato le cose e ha evidenziato il grande limite difensivo del Tottenham, che ne ha presi tre nonostante le smorfie in panchina di un sempre più inguardabile Redknapp, che per mezz'ora – mentre i Wolves attaccavano da tutte le parti – non ha fatto altro che urlare ai suoi “niente falli, niente falli” con il risultato che nessuno faceva falli e la palla restava agli avversari. Per il resto belli i due gol di Defoe: due destri a giro da fuori area che ricordano lontanamente Del Piero. E bella la grinta del Wolverhampton. Il Tottenham di Coppa è tutt'altra cosa. Sa trasformarsi. Dovrà farlo davvero se vuole andare avanti in Champions.

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