Si può fare

Scuole statali ma autonome in tutto, gli esempi di Inghilterra e Francia di una parità possibile

Giulia De Matteo

Le recenti dichiarazioni del premier, Silvio Berlusconi, hanno elettrizzato il dibattito, sempre latente, tra coloro che invocano il monopolio della scuola pubblica e chi si batte per la libertà di educazione. E' un conflitto però che investe prevalentemente il sistema scolastico italiano, perché se si fa una comparazione con altri paesi europei le categorie statale-non statale in ambito formativo non trovano gli stessi riferimenti logico ideali.

    Le recenti dichiarazioni del premier, Silvio Berlusconi, hanno elettrizzato il dibattito, sempre latente, tra coloro che invocano il monopolio della scuola pubblica e chi si batte per la libertà di educazione. E' un conflitto però che investe prevalentemente il sistema scolastico italiano, perché se si fa una comparazione con altri paesi europei le categorie statale-non statale in ambito formativo non trovano gli stessi riferimenti logico ideali.

    La libertà di scelta sembra essere l'unico imperativo che ha disegnato il sistema scolastico inglese, e che il premier David Cameron ha deciso di potenziare. “Chiunque deve poter aprire una scuola”, ha detto il braccio destro del primo ministro, Lord Wei, qualche giorno fa alla Fondazione Roma, e l'obiettivo non sembra utopico. Le scuole inglesi non statali sono circa 2.300 e rappresentano il dieci per cento dell'offerta formativa, ma la categoria di quelle statali non è sinonimo di egualitarismo né laicità. Ne fanno parte, infatti, le scuole fondate dalle diocesi; le Community school, gestite dalle autorità locali; le Voluntary-aided school, amministrate da fondazioni o confessioni religiose, che possono tra l'altro scegliere il personale docente sulla base di criteri etico religiosi; le Grammar school, che selezionano i loro iscritti con test di ingresso; ci sono anche le Specialist school, che pur seguendo i programmi nazionali offrono particolari servizi o approfondiscono alcune discipline.

    Il personale docente è selezionato direttamente dalla scuola, senza concorso pubblico, è stipendiato in base a criteri meritocratici ma non licenziabile sulla base di questi ultimi. Il finanziamento ai singoli istituti è ponderato sulla base del numero degli iscritti: le risorse seguono la domanda degli studenti. Questo sistema, in cui sono incoraggiate l'autonomia e la diversificazione delle proposte educative, ha il suo contrappeso nelle prove nazionali che gli studenti devono sostenere alla fine di ogni ciclo, a sette, undici e quattordici anni. Sono poche le direttrici entro cui il sistema formativo inglese è contenuto e riguardano per lo più i programmi scolastici. Il controllo del ministry Education è ex post e riversa i suoi effetti attraverso la trasparenza: i risultati degli esami di fine ciclo e la valutazione del corpo docente sono pubblicati sui quotidiani inglesi.

    Più assimilabili al nostro modello scolastico le categorie che compongono il sistema francese, che però dal 1975 ha introdotto e praticato il principio della parità scolastica. Oltre alla scuola statale, c'è la scuola “sùs contract” che segue il programma di studi e il calendario nazionale, e il cui personale è finanziato dalla stato, e la “hors contract” che non ha vincoli sull'offerta formativa, ma che non riceve alcun contributo pubblico. Ci sono altre due sottocategorie, anch'esse in parte finanziate (e più controllate) dallo stato.