E' arrivato il 25 luglio del Cav.?/ 13

Lo scotto della crisi italiana non deve pagarlo solo il Cav.

Angiolo Bandinelli

Il 25 luglio 1943 Mussolini veniva defenestrato da un ordine del giorno del Gran Consiglio del fascismo, e il re poteva farlo arrestare e confinare sul Gran Sasso. Finiva così il suo lunghissimo governo, ma finiva grazie a una iniziativa nata all'interno del regime, la sua creatura politica. Brutta immagine, da evitare accuratamente. Chi parla di un 25 luglio di Berlusconi ritiene non sia possibile discostarsi dal modello mussoliniano, chiunque sia a presentarsi dopo di lui – Berlusconi – a raccattarne, o a rinnegarne, l'eredità.

Leggi Gioia intensa e sguaiata, un grigio ritorno al passato. Scene di ucronia per il dopo Cav. di Lanfranco Pace - Leggi Il sistema costituzionale prevede un capo di governo l'anno, questo è il problema di Giuliano Ferrara

    Il 25 luglio 1943 Mussolini veniva defenestrato da un ordine del giorno del Gran Consiglio del fascismo, e il re poteva farlo arrestare e confinare sul Gran Sasso. Finiva così il suo lunghissimo governo, ma finiva grazie a una iniziativa nata all'interno del regime, la sua creatura politica.
    Brutta immagine, da evitare accuratamente. Chi parla di un 25 luglio di Berlusconi ritiene non sia possibile discostarsi dal modello mussoliniano, chiunque sia a presentarsi dopo di lui – Berlusconi – a raccattarne, o a rinnegarne, l'eredità. Ed è proprio così, anche se divaghiamo prendendocela con uno solo degli attori in commedia. Il vero problema del paese è il sessantennale regime dei partiti – di questi partiti – che una persona di lunga navigazione politica, Beppe Pisanu, ha definito come intrisi, tutti assieme, di una identica immoralità.

    Definizione persino inadeguata.
    Per i Radicali, i partiti (gli attuali partiti) devono essere indicati come causa strutturale del vero e proprio sfascio istituzionale italiano: si legga, in proposito, il “Libro Giallo: la peste italiana”, opera del “Sathyagraha radicale” del 2009. Per questo i Radicali sono contrari a elezioni anticipate, che non risolverebbero nulla ma confermerebbero la situazione presente nelle sue varie manifestazioni, dal collasso della giustizia (di cui il dramma delle carceri è solo una manifestazione) ai brogli e falsi elettorali come quelli commessi in Lombardia in nome e per conto di Formigoni. Le vicende italiane – ripete Pannella – danno forma a una sorta di “metamorfosi del male”, sempre uguale a se stesso nonostante le apparenti diversità.

    Quello di cui c'è oggi urgenza è una vera e propria lotta di liberazione antipartitocratica (brutta parola, ma insostituibile) a partire da forme di “non-collaborazione e resistenza agli atti più violenti del regime”, come recita la mozione generale del recente IX congresso di Radicali italiani. Insomma: Berlusconi non è la causa della crisi italiana ma ne è, anche lui, il prodotto. Perché dovrebbe pagarne lo scotto lui solo?

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