Il condominio

Annalena Benini

Le foto della villa di Antigua (dopo aver cercato Antigua su Google e avere scoperto che è nei Caraibi) hanno provocato diversi ordini di reazioni. Reazione numero uno: vorrei essere Silvio Berlusconi solo per possedere quel gigantesco residence, starmene al mare tutta la vita con i servitori che mi portano il caffè, le guardie del corpo se mi tuffo dove non tocco e l'iPad per leggere i giornali. Reazione numero due: che scandalo.

    Le foto della villa di Antigua (dopo aver cercato Antigua su Google e avere scoperto che è nei Caraibi) hanno provocato diversi ordini di reazioni. Reazione numero uno: vorrei essere Silvio Berlusconi solo per possedere quel gigantesco residence, starmene al mare tutta la vita con i servitori che mi portano il caffè, le guardie del corpo se mi tuffo dove non tocco e l'iPad per leggere i giornali. Reazione numero due: che scandalo, che manifestazione cafona di lusso, che scempio del territorio, pensa come doveva essere bello, laggiù, prima che arrivassero i miliardari a pretendere case. Reazione numero tre: se me la regalano, d'accordo, però l'idea di stare ai Caraibi in una specie di condominio con le piscinette, obbligatoriamente con ospiti che vanno e vengono, genere multiproprietà, potendo scegliere non è il massimo. Milena Gabanelli ha sollevato un grande dilemma estetico-immobiliare: Antigua è stata un buon acquisto o si poteva fare meglio? A Silvio Berlusconi non piace, dice che gli ricorda appunto un condominio e non gli sembra all'altezza delle altre diciannove residenze. Di certo non all'altezza della villa alle Bermuda, famosa per la foto di gruppo con signori in calzoncini bianchi: Fedele Confalonieri, Gianni Letta (anche lui in calzoncini), Adriano Galliani e Silvio Berlusconi che fanno footing, elegantissimi. Ma erano quindici anni fa, erano altri tempi.

    Ad Antigua è più facile immaginare un viaggio aziendale, con animazione, trenini, grigliate, mogli di commendatori che tentano la danza del ventre, gente ubriaca che cade in piscina, Fabrizio Corona che tenta di imbucarsi. Berlusconi non ci va mai, del resto non è semplice andare in venti case, c'è chi non sfrutta nemmeno quella in campagna (scuse varie, probabilmente diverse da quelle di Berlusconi: hanno detto che pioverà, il traffico del rientro, il custode non ha acceso il riscaldamento, l'umidità, non ho voglia di mettermi a pulire anche là, mi viene la depressione, fossero i Caraibi ci andrei più volentieri). Soprattutto, è l'agglomerato di case che non attrae: o ci si sente soli e stupidi, occupando soltanto un decimo della tenuta, e neanche un automobilista maleducato con cui litigare, nemmeno un po' di smog da respirare, oppure ci si innervosisce a stretto contatto con gente scroccona che ha altri ritmi, dorme troppo il mattino, ha sempre fame, è abituata a fare gli spruzzi con le moto d'acqua. Se lui dà le chiavi di quella casa ad altri (serviranno un paio di persone soltanto per trasportare le chiavi), se all'ultimo momento fa saltare viaggi già programmati, se preferisce lavorare, operarsi alla mano, raccontare barzellette, significa che Antigua è stato uno sbaglio.

    Paragonabile, per gli umani, a un vestito comprato e abbandonato appeso nell'armadio, guardato ogni volta con sospetto e senso di colpa, elegante ma inadatto a qualsiasi occasione. Pare che però la luce ad Antigua sia bellissima, varrebbe la pena di fare ottantacinque ore di volo solo per vedere splendere il sole e tornare immediatamente indietro, prima di provare la sensazione di trovarsi in un villaggio Valtur e doversi prenotare per la lezione di gruppo di ballo latino americano. Non ci sono più le ville da venti milioni di euro di una volta, o forse è un problema di agenti immobiliari. Poteva essere il paradiso in terra e invece è un condominio abbandonato, adatto solo agli scandali televisivi e alle foto dall'alto. Berlusconi dovrebbe liberarsene (ma qui non la vuole nessuno neanche in regalo, inutile insistere) e comprare una casetta a Parigi, sulla rive gauche, senza troppi chiavistelli e senza dépendance per ospiti, che fanno subito condominio.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.