La maggioranza volatile del Cav.

Giuliano Ferrara

Il voto sulle intercettazioni è stato favorevole al governo e alla sua maggioranza, deludente per la fronda finiana e per il fronte giustizialista. Ma quel voto non cambia la sostanza del problema di Silvio Berlusconi. Il Cav. può chiedere la verifica delle urne, citando il cedimento parlamentare della maggioranza uscita dalle urne e ribadendo il no a governi diversi da quello votato dagli italiani: elezioni e possibilità di un'alternanza regolare contro trasformismo e ribaltone.

    Il voto sulle intercettazioni è stato favorevole al governo e alla sua maggioranza, deludente per la fronda finiana e per il fronte giustizialista. Ma quel voto non cambia la sostanza del problema di Silvio Berlusconi. Il Cav. può chiedere la verifica delle urne, citando il cedimento parlamentare della maggioranza uscita dalle urne e ribadendo il no a governi diversi da quello votato dagli italiani: elezioni e possibilità di un'alternanza regolare contro trasformismo e ribaltone. Questa è una piattaforma politica piuttosto chiara, che si muove nello spazio della legittimità politica. La sua concreta attuazione non è automatica, visto che esistono passaggi costituzionali, piuttosto formali per la verità, ai quali tuttavia il Quirinale sarebbe tenuto, e che furono percorsi con l'incarico a Franco Marini anche dopo la crisi del governo Prodi due anni e mezzo fa; ma tutto sommato, se Berlusconi seguisse il consiglio di Umberto Bossi e provocasse una crisi risolutiva, alla fine otterrebbe la verifica nelle urne.

    Se invece la prospettiva giudicata migliore, per la maggioranza e per il paese, fosse quella della manovra parlamentare, del compimento della legislatura, allora è necessario attrezzare il Pdl, i suoi gruppi di Camera e Senato, il governo e il mondo che gli ruota intorno a una fantasiosa ma solida campagna di stabilizzazione politica fatta di nuove idee programmatiche, dialoghi a tutto campo dal centro al centro-sinistra, mediazioni con i nuovi gruppi finiani. Nessuna toppa, nessun negoziato personale o di piccolo gruppo possono nascondere che la maggioranza è ormai volatile, affidata a tattiche del giorno per giorno, e che sia lo scudo giudiziario contro l'aggressività politica faziosa di alcuni magistrati sia il rilancio delle riforme, oltre alla gestione quotidiana delle cose, devono fare i conti con questa fragilità, con l'effimero dei numeri che ballano. Se Berlusconi non ha la voglia o il talento di intraprendere questa missione rischiosa di governare fino alla fine della legislatura in una logica di scambio e di dialogo e di confronto aspro ma corretto con le Camere così come sono, e non come vorrebbe che fossero, è davvero meglio che si gettino i dadi di nuove elezioni, nonostante l'azzardo possa aver annoiato o infastidito l'elettorato.

    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.