Sandra in the sky

Annalena Benini

Ora che sono di nuovo Sandra e Raimondo, si potrà cancellare dalla memoria l'immagine terribile e incorporea di Sandra Mondaini ai funerali del marito, e riempirla invece di tutti i litigi in bianco e nero e a colori, traboccanti di vita insieme: loro due che fanno la parodia di “Buonasera dottore” e lei che commenta: “Poveretto, ogni volta che va dall'amante si deve ascoltare tutta la canzone di Claudia Mori”.

    Ora che sono di nuovo Sandra e Raimondo, si potrà cancellare dalla memoria l'immagine terribile e incorporea di Sandra Mondaini ai funerali del marito, e riempirla invece di tutti i litigi in bianco e nero e a colori, traboccanti di vita insieme: loro due che fanno la parodia di “Buonasera dottore” e lei che commenta: “Poveretto, ogni volta che va dall'amante si deve ascoltare tutta la canzone di Claudia Mori”. Sandra bella e bionda che sbatte gli occhioni azzurri bistrati di eye liner a un altro (incredibile, pura fiction), Raimondo che soffre e ha un mancamento da gelosia, mentre in sottofondo suona: “Ed io tra di voi”.

    E le scene celebri in camera da letto, lui che spegne la luce e lei che la riaccende e tira calci alle coperte. Ora che tutti, mentre si vogliono bene, aspirano a essere “Sandra e Raimondo”, la vita incollati battibeccando in salotto, il grande amore scandito dalla Gazzetta dello Sport e dalla ricerca dell'idraulico, si può raccontare quanto moderna, gagliarda e rivoluzionaria sia stata Sandra Mondaini, fiera di definirsi “grande soubrette” (ora soubrette è diventata una parolaccia): figlia di un pittore talmente bohémien da lasciare che la figlia terminasse gli studi in quinta elementare, cominciò prestissimo (a sei mesi) a lavorare come modella, poi a ballare, cantare, ridere, recitare, mostrare le gambe, fare la valletta spiritosa, cosa che spesso può rivelarsi un incubo.

    Ma essendo realmente e follemente spiritosa, andò benissimo e quando incontrò Raimondo Vianello lei non era né ingenua né bisognosa di una guida. Aveva ventisette anni e si stupiva che quel ragazzo alto, bello e stempiato le dicesse: “Buongiorno signorina”, buonasera signorina”: gli anni Cinquanta stavano finendo e fra attori, poi, che strano tipo, affascinante. Lui le fece una specie di dichiarazione d'amore in trattoria, a cena con gli altri attori, davanti a una cotoletta alla milanese, lei gli rispose male perché pensava che scherzasse, visto che scherzava sempre, ma lui era davvero innamorato (tanto da passare il resto della vita a dissimularlo per dovere di scena, perché un marito adorante dopo dieci secondi di stupore in televisione diventa noioso; nella vita, anche), così lasciarono tutti e due qualcuno e diventarono, indissolubilmente, Sandra e Raimondo.

    Dicono che lei sia stata una formidabile spalla, ma lei è stata formidabile nel fingere di essere una spalla, dirigendo invece la scena, regalando la caricatura della moglie rompiscatole e indossandola anche nelle interviste (Raimondo Vianello a un certo punto, in vecchiaia avanzata e dolce, ha detto la verità: “Difetti? Non saprei, non è apprensiva né gelosa”). Ha portato l'amore in televisione, ha dato la possibilità di consolarsi dei propri tinelli lamentosi e delle discussioni per la stoffa con cui ricoprire il divano. Ha donato a chiunque il pensiero affettuoso: “Beh, in fondo siamo come Sandra e Raimondo”.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.