Meglio volare soli che male accompagnati (sono tutti presunti pedofili)

Annalena Benini

Air France ha stabilito che i minori non accompagnati possono viaggiare in aereo solo in massima sicurezza, cioè seduti lontano dagli adulti. Perché dietro ogni uomo d'affari, ogni quacchero, ogni fotomodella e ogni padre di famiglia, può nascondersi un pedofilo pronto ad allungare le mani in volo e a mettere nei guai la compagnia. “Non ci possono essere adulti seduti sullo stesso blocco di sedili salvo in caso di cabina completa”, è il nuovo regolamento.

    Air France ha stabilito che i minori non accompagnati possono viaggiare in aereo solo in massima sicurezza, cioè seduti lontano dagli adulti. Perché dietro ogni uomo d'affari, ogni quacchero, ogni fotomodella e ogni padre di famiglia, può nascondersi un pedofilo pronto ad allungare le mani in volo e a mettere nei guai la compagnia. “Non ci possono essere adulti seduti sullo stesso blocco di sedili salvo in caso di cabina completa”, è il nuovo regolamento. Quindi i bambini (tra i quattro e i quattordici anni) che devono prendere l'aereo senza i genitori, con il cartellino al collo e decine di migliaia di raccomandazioni, dovranno anche viaggiare seduti da soli (o accanto ad altri bambini privi di accompagnatori, oppure con la hostess o, eccezionalmente, accanto a una donna – perché statisticamente la pedofilia è roba da uomini, ma un viaggiatore British Airways a cui è stato chiesto di spostarsi dalle vicinanze di un piccolo passeggero solitario ha sporto denuncia per discriminazione: in nome dell'uguaglianza anche le ragazze devono essere considerate potenziali molestatrici di bambini).

    La clausola è stata aggiunta in seguito a molte lamentele dei genitori, soprattutto riguardanti i voli verso gli Stati Uniti, viaggi lunghi in cui si socializza per forza, soprattutto con ragazzini che guardano i cartoni animati e disegnano dinosauri (compagni di viaggio molto migliori dei russatori, degli ubriaconi e dei logorroici). Siamo gente pericolosa, da tenere lontana, siamo presunti maniaci sessuali in cerca di piccole prede, lupi cattivi travestiti da pendolari. All'ansia per i dirottatori di aerei, per i guasti al motore, per le turbolenze, per le spiegazioni delle hostess sulle procedure d'emergenza, per la perdita delle valigie, per il vicino di posto che sicuramente è un terrorista, adesso bisogna aggiungere anche quella, terribile, delle molestie sui bambini. Quindi, se mai dovesse capitare di mandare un figlio in aereo da solo (e succede spesso, uno su cinque viaggia senza accompagnatore), si rischia di impazzire nell'attesa: da solo, circondato da persone con la bava alla bocca, in balia del cielo, senza nessuno accanto che gli possa infilare la maschera dell'ossigeno. Un incubo. Infatti questa nuova regola anti pedofili è incompatibile con quella d'emergenza che prevede (in casi terrificanti) che gli adulti aiutino i bambini a infilare maschere, giubbotti eccetera.

    “Per il servizio giuridico di Air France le probabilità di approccio sessuale sono più elevate di quelle di depressurizzazione d'urgenza”, hanno spiegato, e già questa è una buona notizia. L'aereo non cadrà, niente schianti per questa volta, mio figlio sopravviverà ma verrà molestato dai compagni di viaggio, gente che sale sugli aerei con le tasche piene di caramelle e di cattive intenzioni. Se invece a prendere l'aereo sono io, e c'è nei paraggi un bambino che viaggia solo, tutti mi guarderanno male e penseranno che, se gli passo un fazzoletto perché gli cola il naso, sto cercando di agganciarlo. Nessuno avrà il coraggio di rivolgergli la parola, il piccolo piangerà perché gli manca la mamma e io farò finta di non vederlo, per non rischiare che, arrivato a destinazione, racconti a genitori sull'orlo di una crisi di nervi che una signora gli ha fatto una carezza sulla testa e gli ha raccontato la favola di Cappuccetto Rosso, allora la hostess le ha urlato: “Si alzi immediatamente e se ne vada!”, e lei ha detto per giustificarsi: “Ma potrebbe essere mio figlio”, ovvero un classico della colpevolezza.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.