Aristocameron

Annalena Benini

Ci sono molti che si sforzano di sembrare ricchi da generazioni (foto di famiglia con quadri di finti antenati sullo sfondo, mobili Luigi qualche cosa, sorrisi rigidi affinché sembrino solidi, stucchi, marmi e ori, tendaggi molto pesanti – gli scalatori sociali hanno un grave problema con le tende) e ci sono i coniugi Cameron, che aspirano alla middle class pur essendo upper.

    Ci sono molti che si sforzano di sembrare ricchi da generazioni (foto di famiglia con quadri di finti antenati sullo sfondo, mobili Luigi qualche cosa, sorrisi rigidi affinché sembrino solidi, stucchi, marmi e ori, tendaggi molto pesanti – gli scalatori sociali hanno un grave problema con le tende) e ci sono i coniugi Cameron, che aspirano alla middle class pur essendo upper: lei è figlia di un baronetto, ha una madre viscontessa, è cresciuta correndo in un giardino di centoventunmila ettari, lui, come lei, discende da un re d'Inghilterra, ha studiato a Eton, si è specializzato a Oxford, e loro due insieme hanno un patrimonio di circa trenta milioni di sterline (un quarantenne della middle class guadagna circa ventunomila sterline l'anno, non viene da prestigiose scuole private, i figli andranno a quelle pubbliche, non pronuncia la “c” allo stesso modo di Cameron, non si preoccupa di dover pagare il cinquanta per cento di tasse).

    L'altro giorno, a Manchester, nel discorso necessario a consolare gli inglesi dei tagli ai servizi, David Cameron si è rivolto alla “middle class che sgomita, come mia moglie e me”. Su tutti i giornali la reazione è stata più o meno: “Ma se Cameron è della middle class noi cosa siamo, sottoproletariato urbano, barboni?”. Nick Cohen, commentatore del Guardian, ha scritto che, come tutti quelli ai vertici della gerarchia, “i Cameron non vogliono ammettere di essere privilegiati”. I più odiosi dicono perfino che la morte del figlio è arrivata appena in tempo a toglier loro di dosso quell'arietta aristocratica e a rendere Cameron un politico credibile.

    A parte le ragioni di consenso politico e di immedesimazione, il motivo per cui i coniugi Cameron vanno in giro in bicicletta, si vestono ai grandi magazzini, hanno una cucina disordinata, vanno in vacanza in Cornovaglia e non alle Cayman, e Samantha lavora, porta abiti da ragazza e non da nobildonna ad Ascot, è soprattutto estetico: fare gli aristocratici è noioso, invecchia di vent'anni, costringe a colori pastello e messinpieghe architettoniche, a conversazioni sul tempo e sul giardinaggio. Peggio degli aristocratici che si fingono middle class, ci sono solo gli aristocratici che fanno gli aristocratici (per i non aristocratici che sperano di sembrarlo, invece, sarebbe necessario un saggio a parte).

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.